Lettera al Foglio

ottobre 28, 2000


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


Al Direttore.

Il dilemma del prigionie­ro di cui parla Francesco Forte sul Foglio del­l’altrieri è fondamentale nella teoria dei giochi utilizzata per progettare le aste. Ma la teoria stessa dimostra che un comportamento collaborativo tra i prigionieri si instaura se il gioco viene ripetuto un numero infinito di volte: e qui i giocatori sanno che i rilanci possono es­sere molto numerosi. E sanno anche che ci so­no meno premi che contendenti: un prigionie­ro alla fine comunque resterà in prigione.

L’of­ferta in busta chiusa poteva servire per otte­nere incassi maggiori, ma non per selezionare il più efficiente: se, per ipotesi, Blu avesse of­ferto 4.700 miliardi, e i concorrenti, immagi­nando la debolezza di Blu, avessero offerto me­no, il risultato sarebbe stato di escludere un operatore meno efficiente di Blu. Natural­mente, la teoria dei giochi prevede comporta­menti razionali: a quelli scorretti si applica, se del caso, una diversa disciplina.

Se proprio si vuoi parlare di giochi: colpa del governo è aver chiamato a vedere una par­tita di football (far cassa) mentre era di calcio (selezionare i migliori), non quella di non aver fatto marcare Zidane.

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