→ settembre 22, 1996

Caro direttore,
purtroppo la secessione leghi-sta prima e la tempesta giudiziaria poi stanno distogliendo l’attenzione da una partita decisiva che in questi giorni si sta giocando sul terreno del bilancio e della moneta: da esso dipenderà il nostro futuro per generazioni.
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→ settembre 17, 1996

È proprio vero che in Europa si avvia ad essere dominante, coma ha sostenuto seppure con l’abituale maestria su questo giornale, Barbara Spinelli, una sorta di “pensiero unico”? Che ormai un nuovo paradigma vige incontrastato in politica e in economia, universalmente accettato e acriticamente seguito, che ha i suoi cardini in globalizzazione dei mercati finanziari e quindi impraticabilità di politiche di spesa, in priorità alla lotta all’inflazione e quindi flessibilità nell’impiego del lavoro e riforma del Welfare?
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→ giugno 23, 1996

Ai nuovi governi, negli altri Paesi, si concedono i conto giorni di lima di miele; ai nostri si concede un solo colpo in canna: i loro primi atti ne marcano successi o insuccessi, fortune o disgrazie. Differenza cui non è probabilmente estranea la trasversalità di certi temi rispetto agli schieramenti politici, con le forze liberalizzatrici disperse tra pds e fi, quelle centrastico-conservatrici arroccate in rc e an. Così è stato per Amato e Ciampi, che riuscirono tirando bene li primo colpo. Così accadde a Berlusconi, che lo fallì nello scontro tra entusiasmi da campagna elettorale e realtà sociale del Paese. Così fu per il governo Dini, marcato sul nascere dall’obbiettivo di annacquare il progetto di riforma pensionistica. Quanto al governo Prodi, è un governo politico con maggioranza politica, ma la regola – Maastricht in vista – vale anche per lui.
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→ giugno 18, 1996

Al convegno di Cernobbio l’intenzione manifesta degli ambienti imprenditoriali è stata quella di mandare un segnale molto preciso al governo Prodi. A poche ore dalla presentazione in consiglio dei Ministri della manovra correttiva, premessa alla finanziaria che il governo si è impegnato a far conoscere nelle sue linee generali entro luglio; a pochi giorni dalla conferenza di Firenze, chiamata a ratificare gli ultimi indirizzi concordati in sede Ecofin, il segnale più preciso è stato quello di fare presto: “I gradualismi non pagano”.
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→ giugno 1, 1996

C’è da scommetterci: l’impegno alle privatizzazioni avìà la sua brava evidenza nel programma del governo Prodi. Ma la mia opinione è netta: l’impegno sarà efficace solo se l’obiettivo della restituzione al privato delle imprese di Stato sarà diverso da quelli sin qui esplicitati. Se il fine delle privatizzazioni fosse sistemico rispetto alle condizioni del Paese, esse dovrebbero essere accompagnate da decise liberalizzazioni, volte a rendere i mercati concorrenziali e le imprese contendibili. Ciò in Italia sinora è mancato, mentre al contrario poteva rappresentare la risposta più immediata al problema di come reintrecciare l’ordito asfittico della finanza italiana con quello dello sviluppo. E potrebbe essere una delle più grandi chances per il governo Prodi imboccare con decisione questa strada, che potrebbe contribuire al rating di fiducia internazionale dell’Italia quasi se non quanto le manovre di finanza pubblica.
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→ aprile 2, 1996

«Liberisti battete un colpo», ha chiesto «Il Sole 24 Ore» del 27 marzo, traendo spunto dalla «liquidazione impropria sotto l’urgere del crack» predisposta dal Tesoro per il banco di Napoli. Interrogandosi, alla fine, su quale sarebbe stata la posizione del Polo e dell’Ulivo di fronte alla vicenda, paradigmatica del perdurate dei salvataggi pubblici a fronte di disastri pubblici.
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