→ gennaio 29, 1997
Ristabilire il rispetto dei ruoli: questo sembra essere la prima conseguenza “strutturale” della nomina di Guido Rossi al vertice di Stet-Telecom; a essere ottimisti, c’e’ da pensare che ne sia anche una ragione. Si passerebbe per ingenui negando il contenuto politico di tale carica, in tale momento. Ma occorre riportare gli amministratori al loro ruolo, quale e’ definito dal Codice civile ( art.2391): fare l’interesse della societa’; non farsi portatori di altri interessi, neppure di soci, neppure se a essere socio e’ il Governo: e ove sorga conflitto, astenersi. C’e’ da supporre che Guido Rossi sara’ rigoroso nell’ interpretare il proprio ruolo.
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→ dicembre 21, 1996
Proprio mentre i funzionari del Tesoro erano mobilitati a cercare una soluzione al problema del Banco di Napoli, la commissione del sottosegretario al Tesoro Pinza stava elaborando il progetto per il riassetto delle banche possedute da Fondazioni. Da un lato si contabilizza il disastro dell’istituto partenopeo e ci si affanna a trovare i rimedi per porvi riparo; dall’altro si analizzano le disfunzioni del nostro sistema creditizio, e si avanzano proposte per risolverlo.
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→ dicembre 9, 1996
Debenedetti: più attenzione per chi produce
Caro Presidente,
qualche mese fa tu hai un po’ dialogato, un po’ polemizzato con il Nord Est, simbolo dell’Italia che crea occupazione, che esporta, che, giunta piu’ di recente all’industrializzazione, organizza il lavoro in modo piu’ flessibile.
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→ novembre 29, 1996
Sul Convegno al Monte dei Paschi di Siena sul sistema bancario
Si terrà oggi al Monte dei Paschi di Siena un convegno sul sistema bancario. Avrà un certo interesse per tre ordini di ragioni: il primo è che vede riuniti gli “stati maggiori” di molti istituti bancari dopo la vicenda del Banco di Napoli; il secondo, che non casualmente si tiene in una città la cui municipalità difende coi denti la prerogativa proprietaria del Monte dei Paschi. La terza, che a concludere i lavori sarà Massimo D’Alema.
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→ novembre 24, 1996
Il regresso della lira nello Sme è un nuovo coerente segnale della volontà di Tesoro e Bankitalia di rassicurare i mercati sul proposito italiano di partecipare fin dall’inizio al club dell’Euro. La richiesta italiana si basa su un presupposto innegabile: la discesa dell’inflazione è risultata più rapida di quanto si osasse sperare, è un fatto positivo di straordinaria rilevanza. Su questa base si può sperare in un ulteriore ribasso dei tassi di interesse e dello spread Btp-Bund. Basta questo per dire che siamo tornati ai mitici anni Sessanta? Sbaglia chi lamenta un eccesso sul versante fiscale e un difetto su quello dell’offerta, del mercato e della concorrenza? Questo è l’interrogativo da cui deve partire chi, come me, in questi giorni ha avanzato tali critiche, pur essendo sostenitore del rigore. Per risultare più chiaro, restringo i riferimenti a due articoli apparsi su “Repubblica”, il primo di Lucio Villari e il secondo di Giuseppe Turani.
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→ novembre 6, 1996
Vi sono sempre stati due modi di affrontare il problema delle fondazioni bancarie. Vi è chi ritiene che si debba intervenire sulle fondazioni che possiedono le banche, indicando di che cosa esse si debbano occupare e in quale regime giuridico debbano operare, e chi invece ritiene che le fondazioni debbano, prima di tutto, vendere le banche.
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