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→  novembre 24, 1996


Il regresso della lira nello Sme è un nuovo coerente segnale della volontà di Tesoro e Bankita­lia di rassicurare i mercati sul proposi­to italiano di partecipare fin dall’inizio al club dell’Euro. La richiesta italiana si basa su un presupposto innegabile: la discesa dell’inflazione è risultata più rapida di quanto si osasse sperare, è un fatto positivo di straordinaria rilevan­za. Su questa base si può sperare in un ulteriore ribasso dei tassi di interesse e dello spread Btp-Bund. Basta questo per dire che siamo tornati ai mitici an­ni Sessanta? Sbaglia chi lamenta un ec­cesso sul versante fiscale e un difetto su quello dell’offerta, del mercato e della concorrenza? Questo è l’interrogativo da cui deve partire chi, come me, in questi giorni ha avanzato tali critiche, pur essendo sostenitore del rigore. Per risultare più chiaro, restringo i riferi­menti a due articoli apparsi su “Repub­blica”, il primo di Lucio Villari e il se­condo di Giuseppe Turani.

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→  novembre 6, 1996


Vi sono sempre stati due modi di affrontare il problema delle fondazioni bancarie. Vi è chi ritiene che si debba intervenire sulle fondazioni che possiedono le banche, indicando di che cosa esse si debbano occupare e in quale regime giuridico debbano operare, e chi invece ritiene che le fondazioni debbano, prima di tutto, vendere le banche.

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→  novembre 2, 1996


Anche se l’impasse sembra supe­rata, la battuta d’arresto che ha subito il progetto di legge Mac­canico sulle comunicazioni dovrebbe indurre a una riflessione sull’impianto concettuale della proposta. Il proble­ma che si propone è questo: il mercato delle comunicazioni è diverso dagli al­tri mercati? Perché, e in che modo, deve essere regolato in modo diverso? Quali sono i valori che una legislazio­ne sulle comunicazioni deve promuo­vere? Se ne è parlato recentemente in un convegno della fondazione Piero Calamandrei, con relazioni di Aurelio Gentili e di Enrico Zanelli.

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→  ottobre 18, 1996


Entrare in Europa per obbligarci a risanare la finanza pubblica o ammodernare la nostra economia per entrare in Europa? Il Governo, con la finanziaria, ha deciso: il 3% a tutti i costi, e con tutti i mezzi, nel 1997. Impegnando il paese un disperato corpo a corpo con i numeri, il Governo dichiara di credere che solo costretti dal vincolo sappiamo praticare la virtù di bilancio. Anzi, che la nostra virtù sta nel pagare per comprarci un vincolo.

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→  ottobre 15, 1996


Caro Presidente Ghigo, caro Sindaco Castellani,

voi avete entrambi richiesto un impegno di tutti i parlamentari torinesi e piemontesi per portare a Torino la sede della costituenda Autorità indipendente per le telecomunicazioni.

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→  ottobre 8, 1996


I toni concitati delle baruffe tra cancellerie rischiano di far passare in secondo piano l’essenza della questione europea.
Pagare tanto, discutere poco, ed essere contenti: questo finora il paradossale atteggiamento degli italiani verso l’Europa. Solo adesso che ci si presenta il conto – che ancora una volta viene detto finale – si incomincia a discutere; e si discute, ancora una volta, del prezzo del biglietto – la tassa per l’Europa – non del viaggio che ci aspetta, tantomeno di come prepararcisi.

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