→ febbraio 25, 2000
Coglie il cuore del problema il Presidente del Consiglio quando, nel suo scritto pubblicato dal Sole 24 Ore il 20 Febbraio, individua nella complessità e nella incisività i due parametri in base ai quali valutare il disegno di riassetto del settore del gas.
C’è una complessità oggettiva, la difficoltà di liberalizzare un sistema a rete; e c’è una complessità soggettiva, la resistenza del monopolista ad accettare la concorrenza.
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→ febbraio 19, 2000
“Gli interessi degli azionisti a cui il governo ha venduto titoli Eni e gli interessi più generali che si tutelano con la liberalizzazione sono inconciliabili”. Così l’Eni per bocca del suo presidente commenta il decreto legislativo Letta sulla liberalizzazione del gas. Dato – e assolutamente non concesso, come ho avuto modo di argomentare – che ciò sia vero, si aprono due prospettive. Primo: le società pubbliche diventano, all’atto della privatizzazione, esse stesse portatrici di un interesse di ordine superiore, che prevale su quello generale, a perseguire il quale erano state concepite; sono dunque una figura giuridica nuova Oppure: la rappresentanza di interessi superiori a quelli generali viene attribuita a tutte le società per azioni, In tal caso, posto che nella stragrande maggioranza delle società per azioni non vale il voto capitario, e stante la struttura proprietaria delle nostre maggiori società, l’interesse generale si identifica con quello delle grandi famiglie.
→ febbraio 15, 2000
“Dobbiamo navigare tra Scilla e Cariddi, creare competizione sul mercato del gas, ma senza danneggiare l’ENI; l’Italia aprirà il suo mercato interno se ci verranno garantite condizioni di reciprocità dai nostri partner europei.”
Questo il concetto espresso dal Ministro dell’Industria in Senato. E mentre ascoltavo le sue parole pensavo – spero che Enrico Letta non mi giudichi irrispettoso – ai taxi di Roma. Perché è chiaro che il cittadino si avvantaggerebbe se il comune liberalizzasse concessioni orari e tariffe: ma i taxi a Roma sono 6000, controllano probabilmente 20.000 voti, quale politico può permettersi di ignorarli?
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→ gennaio 27, 2000
Le vicende che stanno travolgendo Kohl, coinvolgendo la memoria di Mitterand e sconvolgendo Israele, scoppiate mentre da noi la morte di Craxi ha dato l’occasione alla rievocazione degli scandali che travolsero il PSI, potrebbero indurre a rubricare tutto sotto una sola voce, quella di finanziamento illecito della politica. Sarebbe una grossolana semplificazione; e sarebbe grave se la commissione parlamentare d’inchiesta che sta per essere votata, dovesse indulgervi.
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→ novembre 30, 1999
Sette mesi dopo essere stata protagonista di uno degli episodi più appassionanti della nostra storia borsistica, Telecom Italia registra un giudizio negativo da parte dei mercati finanziari. La sua capitalizzazione dal gennaio 1999 — cioè “neutralizzando” l’effetto Opa — è salita del 40%; ma quella di France Télécom del 60% e quella di Deutsche Telekom dell’80%.
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→ ottobre 28, 1999
Mercoledì 13 ottobre la Commissione Europea ha dichiarato contrario al Trattato di Roma il veto opposto dal governo portoghese alla scalata del Champalimaud da parte del Banco Santander; venerdì 22 ottobre il commissario Monti ha annunciato un’indagine per accertare se il fatto di essere di proprietà pubblica non dia alle Landesbanken tedesche vantaggi equiparabili agli aiuti di Stato. La Comunità ripropone dunque anche nel settore delle banche i due temi di fondo della rivoluzione che ha investito il sistema del le imprese europee: privatizzazione e liberalizzazione.
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