Politica industriale nell’Italia dell’Euro

febbraio 25, 2021


Pubblicato In: Audio/Video


La politica industriale è sempre al centro del dibattito, ma in cosa consiste? E come è stata perseguita in Italia? Per rispondere a queste domande si è tenuto ieri il webinar di presentazione del libro di Salvatore Zecchini Politica industriale nell’Italia dell’euro (Donzelli, 2020). Insieme all’autore hanno partecipato Franco Debenedetti (presidente dell’Istituto Bruno Leoni) e Nicola Rossi (professore ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e consigliere d’amministrazione dell’IBL). L’incontro è stato introdotto e coordinato da Serena Sileoni (vicedirettore generale dell’Istituto Bruno Leoni).

Per Rossi, attraverso il lavoro di Zecchini il lettore riesce ad avere un’idea compiuta di quali politiche economiche sono state attuate sotto l’ombrello della moneta unica. Si può dire che, in un tempo breve, sia successo di tutto, ossia l’attuazione di concezioni assolutamente differenti e divergenti di politica industriale. Nel libro, Zecchini si chiede inoltre se ci sia davvero bisogno che lo Stato intervenga in modo poderoso nel gioco economico. La valutazione dell’autore è che sicuramente le politiche industriali distorsive sono state introdotte in Italia senza una precisa valutazione degli obiettivi. Semmai la vera ragione della loro attuazione è stata la costruzione del consenso.

Debenedetti ha messo in evidenza come, parlando di politica industriale, un tema che non si può eludere è quello della proprietà. Bisogna infatti chiedersi prima di tutto: di chi è la proprietà delle imprese, dei privati o dello Stato? Leggendo il libro emerge inoltre il tema del “vincolo esterno”, cioè quello che ci lega economicamente ai partner europei. Questo vincolo ha inciso non solo su aspetti macroeconomici, ma anche, come non viene mai sottolineato, sui comportamenti che osserviamo nelle decisioni microeconomiche. Dobbiamo infine chiederci quale uso abbiamo fatto degli ampi spazi di autonomia non solo consentiti, ma anche promossi dall’euro. Ed è proprio guardando alla politica dell’offerta e della competitività che troviamo un quadro sconfortante.

Zecchini ha concluso gli interventi interrogandosi su cosa abbia impedito al nostro Paese di sfruttare al meglio i benefici dell’Unione, come la stabilità e le risorse messe a disposizione per raggiungere un livello di sviluppo più vicino a quello di alcuni Paesi europei. I nodi dello sviluppo e il loro rapporto con la politica industriale sono la chiave di lettura per comprendere questa storia. La realtà si rivela molto diversa dai disegni di policy di ciascuna legislatura.

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