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Archivio per il Tag »Istituto Bruno Leoni«

→  giugno 22, 2021


A far ripartire le aziende dopo la pandemia non basta il credito bancario: perché riprendano a investire è necessario che venga ricostituito il capitale bruciato. Per le grandi aziende, è perlopiù possibile fare il necessario aumento di capitale senza che vengano rovesciati gli assetti proprietari. Invece per le PMI sorgono problemi, rilevanti per le maggiori, le cosiddette multinazionali tascabili. I loro problemi sono problemi per il Paese: perché è grazie a loro che il Paese è riuscito a stare a galla durante la ricadute europee della bolla dei subprime, e poi a crescere sui mercati esteri. I loro proprietari o ne sono anche i gestori o ne controllano, anche gelosamente, gestione e strategie: un aumento di capitale rischia di turbare equilibri delicatissimi. Per questi motivi l’Europa raccomanda che questi avvengano con strumenti di “quasi-equity”. Pio desiderio, perché chi mette soldi in un’azienda deve a sua volta rispondere a chi glieli ha affidati, e quindi deve avere qualche potere di controllo su gestione e strategie. C’è dunque un ampio “non detto” tra vecchi e nuovi azionisti, il loro rapporto si basa largamente su fiducia, immagine, storia passata e progetti futuri.

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→  febbraio 25, 2021


La politica industriale è sempre al centro del dibattito, ma in cosa consiste? E come è stata perseguita in Italia? Per rispondere a queste domande si è tenuto ieri il webinar di presentazione del libro di Salvatore Zecchini Politica industriale nell’Italia dell’euro (Donzelli, 2020). Insieme all’autore hanno partecipato Franco Debenedetti (presidente dell’Istituto Bruno Leoni) e Nicola Rossi (professore ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e consigliere d’amministrazione dell’IBL). L’incontro è stato introdotto e coordinato da Serena Sileoni (vicedirettore generale dell’Istituto Bruno Leoni).

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→  giugno 7, 2018


Intervista di Andrea Ducci a Franco Debenedetti.

L’ennesima uscita di Matteo Salvini sulla fiat tax innesca una disputa sull’evidenza che una misura fiscale del genere favorisca più che altro i ricchi. «Staremo a vedere», dice Franco Debenedetti, presidente dell’Istituto Leoni, certo è che «presenta più di un problema».

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→  febbraio 1, 2018


Le campagne elettorali, di solito, non godono di buona stampa. Quella in corso, però, qualche merito l’ha pur avuto: in tema Europa, i toni di chi proclamava o di voler uscire dall’euro o di volerne sfidare le regole, si sono attutiti; e in tema di promesse elettorali, è tutta una corsa a dimostrarne la sostenibilità.  Se da un lato alcune idee – che l’uscita dall’euro sarebbe uno schianto, e che le riforme senza “coperture” sarebbero un’agonia – sembrano diventate opinioni acquisite, dall’altro ci sono equivoci che continuano a circolare nei discorsi pre-elettorali.

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→  ottobre 27, 2014


Resoconto di Matteo Rigamonti sulla Lection Minghetti organizzata dall’Istituto Bruno Leoni e pubblicato su Tempi

Quanto è difficile tagliare la spesa pubblica in Italia? Si è tenuta lunedì a Milano la “lectio Minghetti” organizzata dall’Istituto Bruno Leoni, in occasione della quale è intervenuto l’ormai ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, in procinto di ritornare in America, dopo aver ultimato il lavoro per cui l’allora presidente del Consiglio Enrico Letta l’aveva nominato: elaborare un serio piano di riduzione della spesa pubblica, ponendo in essere principi di maggiore efficienza, trasparenza ed economicità nella pubblica amministrazione. E se una cosa è certa è che del suo assai più ambizioso piano, il governo italiano è stato capace di realizzarne solo una parte a causa dell’inevitabile resistenza delle istituzioni ad essere riformate e per il mutato contesto politico italiano ed europeo.

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→  novembre 11, 2013


The Borsetta Party
Cena Annuale Istituto Bruno Leoni
VI Premio Bruno Leoni
11 Novembre 2013
Nhow Milano
Via Tortona 35


Non so quanti di voi abbiano visto il film “The spirit of 1945”. Descrive l’Inghilterra del dopo guerra, quando Churchill che aveva vinto quella contro i tedeschi perse le elezioni conto i laburisti di Attlee. Il regista è Ken Loach, e quindi chiaro fin dall’inizio l’intento di glorificare quella esperienza. Ma vi assicuro che quando vengono declamate, come tante vittorie, le nazionalizzazioni che si succedono una dopo l’altra– carbone, ferrovie, elettricità, automobile –non si può non percepire, perfino amplificato dall’intento propagandistico, la tristezza, la pesantezza che quell’esperimento politico aveva fatto gravare sull’Inghilterra. Finisce che il filma fa capire la ragione del successo di chi, in nome della libertà, a quell’ideologia aveva saputo rispondere No, No, No. Magaret Thatcher.

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