Giustizia, partiti e politica. Occhio: i veri pieni poteri sono quelli dei pm

novembre 29, 2019


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


La vicenda della Tirreno Power è davvero lo specchio di quella dell’Ilva, come titola un editoriale del 27 novembre? Se nel senso che entrambe furono bloccate da un “intervento giudiziario paralizzante”, certamente sì. Sì, probabilmente, perché come a Savona, anche a Taranto potrebbe risultare che non sono dimostrabili i nessi causali tra le emissioni, quelle reali e ancor più quelle consentite, e i danni sanitari. Sì, ancora, perché i provvedimenti giudiziari colpirono le aziende in un momento di gravissime crisi di Mercato, a Vado per la concorrenza delle fonti rinnovabili unita al calo della domanda dovuta alla crisi, a Taranto per la concorrenza della sovrapproduzione cinese, che colpa gravemente tutti gli acciaieri europei.

Con la non trascurabile differenza che la crescita delle rinnovabili fu il risultato di sovvenzioni dello stato italiano tanto generose da avere alimentato speculazioni finanziarie, e generato costi che continueremo a pagare in bolletta; mentre il dumping dell’acciaio è cinese. Ma se lo specchio dovesse intendersi, come sembra, tra la riqualificazione del sito di Vado, in corso pare con buone prospettive, e le ipotesi, anche fantasiose, che si sono sentite prospettare per Taranto, allora bisogna dire chiaro che quello specchio, se ci fosse, andrebbe rotto. Per le incomparabili dimensioni del problema, per le ricadute sull’occupazione; e perché mentre difonti di energiane abbiamo a sufficienza, Taranto è (era?) la più grande acciaieria a ciclo continuo d’Europa.

(Disclaimer. Sono consigliere di amministrazione di Cir, e lo ero quando Sorgenia, praprietaria di Tirreno Power, era controllata da Cir).

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di Redazione – Il Foglio, 27 novembre 2019

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