→ Iscriviti
→  settembre 19, 1995


Da cinque anni, da quando cioè la legge Amato impose la separazione tra fondazìoni e banche e la loro trasformazione in spa, il problema di privatizzare le banche naviga nella nebbia. Allora, il 56 per cento del sistema bancario italiano era in mano pubblica, controllato da fondazioni, di nomina pubblica (cioè politica); così resta oggi, nonostante il governo Dini abbia chiesto alle fondazioni di scendere al 49 per cento di proprietà entro 5 anni, e insista con coerenza.

leggi il resto ›

→  settembre 16, 1995


Conoscevo per letture il professor Minervini, Presidente della Fondazione Banconapoli, come equilibrato uomo di dottrina. Leggo ora che la mia proposta di privatizzazione delle banche possedute da fondazioni lo induce a paragonarmi a un persecutore di ebrei (Sole 24-Ore del 15 settembre, pagina 27). Poiché una simile qualifica rivolta proprio a me risulta paradossale prima ancora che insultante, posso solo concludere che compiti difficili, se non impossibili — riportare al Banconapoli redditività, trasparenza ed efficienza — inducono anche i migliori a disperare di sé.

Commento di Alessandro Penati
Commentando il disegno di legge sulla privatizzazione delle fondazioni bancarie, del quale sono uno degli autori, Gustavo Minervini (Il Sole-24 Ore, 15 settembre 1995) lo paragona all’obbligo di vendita dei beni che i nazisti imposero agli ebrei. Nella scala dei valori, ho sempre messo al primo posto la libertà intellettuale. Per questa ragione, rispetto qualsiasi critica, anche la più feroce. Ma proprio per questa ragione, ho trovato il parallelo con una delle pagine più opprimenti della nostra storia particolarmente ingiusto.

→  settembre 13, 1995


MILANO – Un progetto di legge sulla privatizzazione delle banche controllate da fondazioni o associazioni sarà presentato oggi a Milano da Franco Debenedetti, Alessandro De Nicola, Francesco Giavazzi e Alessandro Penati. La manifestazione sarà presieduta da Ennio Presutti, presidente dell’Assolombarda, e sarà ospitata dal Consiglio di Borsa, presso Palazzo Mezzanotte.

leggi il resto ›

→  agosto 26, 1995


«Niente nozze tra telefono e televisione». Il progetto del ministro delle Poste Giuseppe Gambino è stato presentato dai giornali come il divieto di un evento improponibile e quindi improbabile, quale la fusione fra Stet e Fininvest. Si nasconde così il fatto sostanziale, il blocco a un’eventualità auspicabile e possibile: è chiaro infatti che se non potranno fornire servizi telefonici e televisivi insieme, non nasceranno operatori-cavo, i soli che possono fare concorrenza al monopolio Stet nelle aree urbane, dove la maggior parte delle comunicazioni hanno origine e termine.

leggi il resto ›

→  agosto 25, 1995

Le reazioni con cui è stata accolta la recente segnalazione di Amato sono, per certi versi, ancora più significative della questione ‘privatizzazione Enel’ che ne è l’oggetto. Esse da un lato confermano la grande autorevolezza dell’Autorità, sono un attestato dell’incisività che le ha saputo imprimere il suo attuale presidente. Dall’altro rivelano quanto forti siano le resistenze culturali a lasciare libero gioco alle forze del mercato e della concorrenza, o quanto radicate le nostalgie: così Rasi (An), accusando Amato di fare un intervento politico, sembra rimpiangere gli interventi di politica industriale di cui ricordiamo alcuni remoti fasti ma ancora lamentiamo i postumi di numerosi e recenti nefasti.

leggi il resto ›

→  agosto 22, 1995


La piena accettazione dell’economia di mercato è stato il fatto più significativo degli anni Ottanta; abbandonato il mito dell’egualitarismo (lo ha fatto anche D’Alema al congresso del Pds); si tratta ora di far rivivere un altro ideale che era stato messo in ombra negli ultimi decenni, quello della meritocrazia. La meritocrazia promuove la giustizia sociale, perché ricompensa i più abili anziché i più fortunati; incrementa l’efficienza; tratta gli individui come tali e non come rappresentanti di gruppi sociali; è la chiave per una società più morale e più illuminata: queste le tesi di Adrian Wooldridge (Meritocrazia e la società senza classi , Social Market Foundation, Londra).

leggi il resto ›