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→  maggio 1, 2004


Non siamo in guerra col mondo arabo, ma non lasciamo l’Iraq ai torturatori

È vero: la Cnn che trasmette le immagini delle torture è la dimostrazione della forza di un sistema liberale e pluralistico che ancora funziona, come quello americano; che siano le amministrazioni stesse a rivelarle e a condannarle, testimonia quanto più forte sia il sentimento democratico rispetto alle deviazioni. E’ vero, ma la cosa non basta a tranquillizzarci.
È vero: il sistema politico giudiziario e mediatico americano si è messo in moto, e i responsabili e i colpevoli, chi ha mancato in negligendo e chi si è insozzato in agendo, pagheranno. È vero, ma la cosa non basta a farci sentire a posto.
È vero, il presidente degli Stati Uniti si è detto disgustato e ha chiesto scusa. Ma non basta, e non basterebbe neppure se il governo americano capisse la necessità del gesto simbolico, far saltare per aria il carcere maledetto dove per decenni Saddam ha praticato sistematicamente la tortura; e se a Rumsfeld facessero capire che un ministro che porta un tale danno all’immagine del suo paese, il men che possa fare è andarsene.
Ci sono immagini che cambiano la storia: la bambina nuda che fugge dal napalm, o l’ufficiale vietnamita che tiene la pistola alla tempia del vietcong. Lo è diventata l’immagine della donna soldato che trascina un iracheno al guinzaglio come un cane, moltiplicata un milione di volte, con la rapidità e la pervasività di internet. Ci vorranno decenni prima che la graphic evidente, le immagini delle torture, cessino di essere causa della frustrazione e dell’umiliazione del mondo arabo di cui scriveva ieri Roula Khalaf sul Financial Times.

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→  aprile 20, 2004

il_riformista
Chi non vuole il passaggio di poteri agli iracheni

La questione irachena consegna alla sinistra un compito di eccezionale rilievo. In qualche misura, ancora di più che alla maggioranza.
Chi ha la risorsa governo, ha il vincolo di operare nel campo del reale, deve far conto delle incertezze e delle contraddizioni del mondo qual è.

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→  aprile 10, 2004

il_riformista
Crisi Irak. La risposta di Franco Debenedetti a Peppino Caldarola

Caldarola sceglie di “cambiare idea” rispetto a quanto aveva sostenuto qualche settimana fa: e chiede di venir via subito dall’Irak.
La cosa sorprende, perché invece oggi la sinistra riformista può sostenere di restare in Irak senza “cambiare idea” sui fatti del 2003. Quella di oggi è infatti una situazione diversa rispetto a quella del 2003, e non ne consegue deterministicamente.

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→  marzo 29, 2004

il_riformista
Industriali – A Milano un convegno contro il declino

Venerdì e sabato a Milano Confindustria fa il punto sullo stato di salute delle imprese italiane di fronte alla sfida dello sviluppo. E’ l’ultima grande manifestazione organizzata da Antonio D’Amato prima del cambio della guardia con Montezemolo: vi parteciperanno anche Berlusconi e Fini.

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→  febbraio 17, 2004

il_riformista
Falsi nemici. La convention della lista unitaria

Per quale ragione crearsi un nemico inesistente? Certo, quello di venerdì e sabato è stato un successo, un successo non prevedibile quando Michele Salvati, nell’aprile 2003, lanciò l’idea del partito democratico, non garantito neppure a luglio, quando Prodi avviò il processo unitario. Ma non è che di nemici non ne abbiamo già abbastanza: “nemici” fraterni, anche se per ora non ci sono state stecche nel coro; e nemici- nemici, anche se in questo momento un po’ acciaccati.

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→  gennaio 28, 2004

il_riformista
Replica impeccabile, ma evapora il crack Parmalat

Ad aprire il fuoco era stato il Ministro dell’Economia: la sua testimonianza resa il 15 Gennaio alla Commissione Parlamentare di indagine conoscitiva sul crack Parmalat, a cui aveva consegnato il fascicolo delle lettere scambiate con Banca d’Italia e Consob, e dei verbali del CICR, era un pesante attacco soprattutto all’istituto di Via Nazionale.

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