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→  aprile 21, 1999


Il primo a profferire la parola fu, se non an­diamo errati, Romano Pro­di: fu il presidente designa­to della Commissione Eu­ropea, interpellato sulle prime voci di un possibile accordo tra Telecom Italia e Deutsche Telekom, a parlare di “pariteticità”, condizione capace di ren­dere vantaggioso ogni ac­cordo tra le due società. Da allora “pariteticità” è entrata nel circuito della comunicazione, è diventa­ta il faro di ogni politica, l’obiettivo di ogni piano, il vincolo di ogni accordo.

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→  febbraio 25, 1999


«Mercato sì, ma prima le regole»: alcuni commenti all’Opa lan­ciata da Olivetti su Telecom giustificano la diffidenza per questa pia giaculatoria. Perché, quando si viene al dunque, e si tratta finalmente di lasciar funzionare il mercato, e c’è qualcosa che non piace, c’è sempre qualche regolina nuova da aggiungere.

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→  dicembre 18, 1998


Il travagliato iter della legge sulle fondazioni bancarie si é finalmente concluso: per evitare un altro passaggio al Senato, ed il conseguente ritardo, la Camera ha approvato la legge che dà al Governo i criteri per predisporre i decreti delegati, accompagnandola con due ordini del giorno “pesanti”, assistiti da una garanzia altrettanto pesante, quella personale del Ministro Ciampi. L’esito un po’ contorto richiede di far il punto su che cosa ne é divenuto degli aspetti fondamentali della legge: dismissione delle banche; impiego dei proventi delle dismissioni; nomine e statuti.

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→  settembre 26, 1998


Finalmente! A leggere stamane che Deutsche Bank ha comperato il 4,95 % di Comit, la prima reazione è stata di sollievo: adesso almeno c’è una cosa chiara. Da mesi il progetto di matrimonio tra Comit e Banca da Roma teneva banco ( arrossisco!): si fa, non si fa? E i listini oscillavano. Maranghi in visita a Palazzo Chigi: deve andare in pagina economica, o starebbe meglio in quella politica? Si descrivono partite a scacchi fino alla settima mossa in cui entrano HDP, Gemina, Compart, Montedison, Generali, Fondiaria, oltre alle due banche e, ovviamente, Mediobanca. Uno dei due presidenti taglia la mattina con un’ultimativa dichiarazione, l’altro chiude la sera con un comunicato di risentita nobiltà. Bisogna collegarsi a Nord; no, meglio espandersi a Sud; quale Sud, Roma o BNL? Lo vuole Romiti; lo vuole Agnelli; quale Agnelli?

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→  luglio 30, 1998


Le grandi manovre nel settore delle telecomunicazioni regalano emozioni agli appassionati del genere: lunedì viene annunciato il mega accordo tra AT&T e British Telecom; appena 24 ore dopo quello tra GTE e Bell Atlantic. E si attende il colpo da mille miliardi di dollari: tanto per capirci, quanto noi tutti in Italia produciamo in un anno. Ma dietro i commenti “tecnici” fa capolino, a volte sottaciuta, a volta esplicita, la domanda vera: e noi? Una domanda dietro cui sta non la curiosità di sapere quando “noi” potremo usufruire dei servizi della nuova azienda, ma il timore che questo sia un brutto colpo inferto alla “nostra” compagnia telefonica. Insomma una domanda fatta a nome di “noi” in quanto “cittadini” di Telecom, più che di “noi” consumatori. Insomma, vorremmo sapere, questa è per “noi” una sconfitta? E se c’è sconfitta chi è il colpevole?

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→  giugno 24, 1998


Una lettera

Caro Rossignolo,

questa è una confessione. Su Telecom anch’io stavo cadendo vittima di un errore, non vedere che le polemiche sulla tua presidenza e sulle scelte dell’azienda mascherano in realtà un attacco in grande stile alle privatizzazioni ed ai privati.

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