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→  agosto 3, 1996


Però, queste zie! Quella di Berlusconi gli chiedeva di difenderla dai comunisti; la zia di Giarda, allora sottosegreta­rio al Tesoro, gli chiedeva se, con le azioni Enel, avrebbe potuto comperarsi anche un pezzo di mono­polio elettrico. La zia di Balassone riesce a utilizza­re “i bravi giornalisti, i bra­vi attori, i bravi condutto­ri” della Tv come “segni per classificare il flusso del­la propria vita”!

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→  giugno 18, 1996


Al convegno di Cernobbio l’intenzio­ne manifesta degli ambien­ti imprenditoriali è stata quella di mandare un se­gnale molto preciso al go­verno Prodi. A poche ore dalla presentazione in con­siglio dei Ministri della ma­novra correttiva, premessa alla finanziaria che il gover­no si è impegnato a far conoscere nelle sue linee ge­nerali entro luglio; a pochi giorni dalla conferenza di Firenze, chiamata a ratifi­care gli ultimi indirizzi con­cordati in sede Ecofin, il se­gnale più preciso è stato quello di fare presto: “I gra­dualismi non pagano”.

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→  dicembre 14, 1995


Caro dottor Romiti, il lancio della 178, la world car con cui la Fiat si appresta a competere sui grandi mercati emergenti, ha avuto un articolo in prima pagina del Wall Street Journal un paio di giorni prima che ne parlassero i giornali di casa nostra, quegli stessi giornali che hanno poi dedicato pagine e pagine alla notizia della sua prossima nomina a presiden:e del gruppo. È stata rivisitata l’intera storia Fiat: Giolitti disposto a tirar di cannone sul Lingotto; l’ amarcord dei vestiti alla marinara; il professor Valletta, dai processi per collaborazionismo alle vicende dei sindacati gialli; la svolta decisiva del 1980. Alla ricerca della chiave interpretativa di un av vicendamento che comunque si segnala più per la continuità che per la rottura con il passato.

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→  ottobre 16, 1995


Replica scherzosa a Napoleone Colajanni

Caro Colajanni, come ha scritto venerdì, le privatizzazioni pongono un problema generale di «efficienza e moralità dei mercati», la cui soluzione passa attraverso la «ricostruzione della funzione dello Stato, capace di imporre una ricostruzione delle forze sociali». Se non ci credessi, non starei nei progressisti. Vasto programma, tuttavia, e nei fatti non ampiamente condiviso. E poi, caro Colajanni, ci sono problemi di tempi, di scadenze, impegni: che mi suggeriscono questa fantasia.

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→  giugno 18, 1995


La proposta di Ricardo Levi (‘Da aquila selvaggia un’idea per la Stet’, sul Messaggero), induce a riflettere sui lenti e tortuosi passaggi attraverso cui questo paese si sta abituando all’idea di mercato e di concorrenza. Non sono passati molti anni da quando il ministro Guarino proponeva di privatizzare vendendo azioni di Iri e di Eni; solo pochi anni fa l’idea che lo Stato (o i Comuni) potessero scendere sotto la fatidica soglia del 51 per cento era considerata eresia. Scegliamo il mercato per necessità: quando l’Iri è vicina alla bancarotta, quando abbiamo difficoltà a sottoscrivere il debito pubblico.

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→  aprile 21, 1995


Lettera aperta a Silvio Berlusconi

Cavalier Berlusconi, «Auspico una risistemazione di tutto il settore (telefono, televisione, computer), magari anche attraverso fusioni (…) con la Stet (…)»: le confesso che la reazione stamane leggendo queste sue affermazioni, è stata di stupore. L’argomento non era nuovo, da tempo correvano voci, autorevoli personaggi le avevano captate e rimandate. Ma io non ci credevo troppo, mi sembrava prodotto di esazerazione di commentatori, non proprio benevoli nei suoi riguardi.

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