→ Iscriviti
→  luglio 16, 2016


Contraddittori, controproducenti, imbarazzanti e omessi

Sul problema bancario è venuto il tempo di un meta-intervento: la mole di quanto è stato argomentato, tra articoli ed interviste, giornali e blog, ciò che bisognerebbe e ciò che non bisognerebbe fare, è cresciuta a tal punto che è necessario procedere a una classificazione.

leggi il resto ›

→  luglio 7, 2016


Al direttore.

Come se non bastassero quelli economici, sono politici i rischi che la questione bancaria sta facendo correre a Renzi. Se vuole avere l’esenzione dal bail-in dovrebbe sostenere che la crisi minaccia la stabilità finanziaria del paese: siccome la crisi non può essere il Brexit, che è a ogni evidenza una crisi sistemica, questo equivarrebbe a dire che è l’intero sistema bancario italiano a rischiare di essere trascinato a fondo dalla crisi di Montepaschi.

leggi il resto ›

→  luglio 2, 2016


Al direttore.

Il sentimento negativo sul referendum è dovuto soprattutto all’Italicum: non potendo votarci contro, gli elettori si rifaranno su Senato e Titolo V. Ma col prevalere del No si aprirebbe un percorso pressoché obbligato: il Senato resterebbe con la legge elettorale proporzionale di prima del 1993, la Camera avrebbe l’Italicum maggioritario della discordia. Renzi, se battuto, si dimette; Mattarella, constatato che due Camere elette con due sistemi elettorali opposti sono a cronico rischio di ingovernabilità, incarica il presidente del Senato di formare un governo che vari una legge al posto dell’Italicum. Che fatalmente sarà il proporzionale puro dettato dalla Corte costituzionale nel 2013: il Consultellum. Leggi proporzionali in generale non producono governi stabili, con l’attuale quadro politico l’instabilità sarebbe una certezza. E di conseguenza il crollo di fiducia dei mercati. Però Renzi non vuole sentir parlare di modificare l’Italicum, e non gli si può dar torto: sarebbe manifestazione di debolezza, ed è dubbio se cambiando guadagnerebbe più voti di quelli che perde.

leggi il resto ›

→  giugno 28, 2016


E adesso, rifare l’Europa! L’abbiamo sentito dire un po’ da tutti, e già questo desta sospetto. Ma a preoccupare sono gli obbiettivi che vengono indicati e i mezzi che vengono suggeriti per realizzare il vasto progetto.

Rifare l’Europa per “fargliela pagare”: quanto più possibile e quindi quanto più presto possibile, bruciare i tempi del divorzio per eliminare subito i vantaggi che il Regno Unito trae dall’accesso al grande mercato europeo. Un po’ autolesionistica come proposta, dazi e protezionismi costano a chi li impone, e il conto lo pagano i consumatori. E pure arrischiata: nel mondo tira già un’aria di protezionismo, il maggiore aumento mai registrato dal 2009, quando il WTO ha iniziato a monitorarlo, un’aria che diventerebbe un tornado se Donald Trump dovesse vincere le elezioni. Un Paese come il nostro che ha un consistente avanzo della bilancia commerciale dovrebbe piuttosto badare a non essere lui a pagare.

leggi il resto ›

→  giugno 17, 2016


Al direttore.

“‘Nnuma basta”? Al contrario: ’ncura ’na vota e poei mai pi! Fossi a Torino / voterei Fassino / ma ora sto a Milano / che è su un altro piano.

leggi il resto ›

→  giugno 14, 2016


Il convegno su “Antonio Maccanico e il dibattito costituzionale”, tenutosi a Roma la scorsa settimana, a dieci anni dalla pubblicazione della raccolta delle sue riflessioni sul tema, è stata l’occasione per illustrare continuità e differenze riguardo a problemi presenti nel dibattito politico fin dalla promulgazione della Carta nel 1948. Cresciuti di importanza col passare degli anni e del succedersi degli infruttuosi tentativi di risolverla, sono diventati dominanti con l’avvicinarsi di ottobre, quando il popolo italiano dovrà esprimersi sul progetto di riforma che Matteo Renzi è riuscito a far approvare dal Parlamento. C’è stato chi (Giorgio La Malfa) ha visto nell’iniziativa l’indebito tentativo di arruolare alla causa del “sì” chi ha combattuto altre battaglie; è stata invece l’occasione per riscoprire le radici delle questioni di cui si tratta.

leggi il resto ›