Unicredit darà ancora soddisfazioni

maggio 19, 2007


Pubblicato In: Varie


«Che sia il rafforzamento della base italiana di una banca europea». È questo l’auspicio espresso dall’ex senatore Franco Debenedetti a poche ore dal varo dell’aggregazione fra Unicredit e Capitalia. Le preoccupazioni però non mancano.

Senatore, a due anni da Hvb, Profumo mette a segno un’altra acquisizione. Lei è un noto estimatore del banchiere: che pensa di questa operazione?
Unicredit ha fatto diventare realtà il miraggio di una banca italiana che diventa europea. E’ l’aspirazione a una banca che cerca nel mercato, e non nei giochi politici, la propria forza. Magari ingiustamente, ma c’è una percezione diversa: per questo tifiamo Profumo. La storia di Capitalia è diversa.

Questo significa che le nozze non la convincono?
Capitalia è cresciuta inglobando via via realtà bancarie, con problemi non solo di integrazione. Diciamo che ha svolto un ruolo anche di operatore ecologico del sistema. Ma Capitalia è anche la banca il cui nome più di ogni altri ricorre in vicende legate alla politica.

Qualche motivo per sperare in bene?
Il modo con cui Profumo ha tagliato corto sulla governance duale, diventata il pret-à-porter delle fusioni. Agli equilibri di potere ha preferito la presa diretta sul management. Ciò permette di conservare un rapporto diretto tra manager e azionisti.

Gli azionisti non devono temere, dunque?
Per Profumo, creare valore per gli azionisti, non è solo una devota e sovente ipocrita giaculatoria, ma è una metodologia rigorosa, una prassi a volte spietata che orienta ogni decisione. Credo che non ne darà una versione edulcorata. Tuttavia, mi ha stupito il significativo aumento del valore che ha attribuito a Capitalia.

Le indiscrezioni parlano di una valutazione di 8 euro per azione.
Profumo aveva pure espresso in passato qualche perplessità sulle valutazioni di Borsa, e solo due settimane fa correvano valutazioni inferiori di un euro. Dato il breve tempo, difficile che l’aumento di circa il 15% derivi dall’avere riscontrato valori o sinergie diverse. Tutto fa pensare che ad essere maggiormente valutato sia il valore strategico dell’integrazione, magari in vista di altre e future aggregazioni. Spero comunque che Profumo ci spieghi il perché.

Che differenza c’è con Intesa Sanpaolo?
Capisco dove vuole portarmi. Le dirò invece che Intesa Sanpaolo è stata un’operazione tutta italiana. Unicredit, anche dopo l’incorporazione di Capitalia, resta una banca europea.

Che cosa cambia in Mediobanca?
Il 9% di Mediobanca passerà di mano: è una modifica degli assetti proprietari di chi detiene la maggiore partecipazione singola di Generali.

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Unicredit-Capitalia
di Franco Debenedetti – Il Foglio, 19 maggio 2007

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