→ ottobre 3, 2003

La sinistra non deve criminalizzare il governo per riconquistare voti
L’ottimismo fa parte del kit di sopravvivenza del riformista. Il qual riformista, osservando la caduta verticale del correntone, la folgorazione municipale di Sergio Cofferati, il “tutti giu’ per terra” dei girotondi, scorgendo il consolidarsi del consenso verso i progetti di liste uniche oggi e , forse, di partiti riformisti domani, incomincia a pensare che le condizioni per intercettare a proprio vantaggio le delusioni di chi ha votato la Casa delle Libertà si stanno forse materializzando.
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→ ottobre 1, 2003

Il dibattito sulla Legge Gasparri
Uno degli elementi più criticati della legge Gasparri è il SIC, il Sistema Integrato delle Comunicazioni. Il ministro lo difende sul Corriere del 26 Settembre, con l’argomento, invero debole, che sarebbe l’evoluzione naturale di norme precedenti. Invece, a ben vedere, la legge può essere depurata, senza modificarne l’impianto, almeno da questa ingombrante, inefficiente ed inutile invenzione: semplicemente eliminandola.
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→ settembre 18, 2003

Tv e giornali: il dibattito sulla legge Gasparri
Contro la legge Gasparri sul sistema delle comunicazioni sono intervenuto in commissione, in aula, e sui media, individuando due principali, gravissimi errori: essersi inventato, per calcolare il tetto antitrust, un Settore Integrato delle Comunicazioni, coacervo di attività ammassate senza logica e senza valutazione economica; aver proposto una “privatizzazione” della RAI che è una presa in giro; aggravati dal fatto di avere addossato alla RAI i costi per l’introduzione del digitale terrestre che dovrebbe consentire a Mediaset di tenersi Rete4.
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→ settembre 10, 2003

A sostegno delle ragioni di Prodi si schierano due importanti senatori ds: Franco Debenedetti e Stefano Passigli.
L’AIUTO A MILOSEVIC – «La situazione in Serbia era complessa; – spiega Debenedetti – erano anche in gioco interessi politici e industriali di vari Paesi europei e degli Usa.
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→ agosto 13, 2003

b>Lettera ad Antonio Polito, direttore de Il Riformista
Caro Direttore,
me lo lasci dire con la solita franchezza: più ci ripenso e meno sono d’accordo con il suo editoriale sulla sentenza IMI-SIR. La sua tesi è che quella è stata – se lo è stata – una vicenda di privati che comprano giudici grazie ai buoni uffici di “studi legali” provvisti delle necessarie conoscenze; una corruzione per così dire “ordinaria”, e quindi ancora più grave di Tangentopoli, questione invece politica, dove il finanziamento dei partiti era il fiume principale, e gli interessi privati i canali derivati.
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→ luglio 29, 2003

25 luglio 2003
Caro Direttore,
ti scrivo nella tua triplice veste di amico, di torinese, di direttore.
I miei dissensi dalle posizioni di Gianni Vattimo sono documentati e argomentati in una serie di articoli pubblicati sul tuo giornale; da allora le divergenze politiche sono, semmai, ancora aumentate.
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