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Archivio per il Tag »Giuseppe Conte«

→  marzo 8, 2023


Al direttore.

Tra Reddito di cittadinanza nell’attuale formulazione, Quota 100, decreti sicurezza, 110 per cento e – in concorso – riduzione del numero dei parlamentari, fare Conte senatore a vita mi sembra provocatorio perfino per gli standard dell’elefantino. Se di Covid e di laticlavio si vuole parlare, altro è il nome che viene in mente: il generale Figliuolo.

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→  giugno 18, 2021


Autostrade a Cdp: le aziende del primo capitalismo oggi sono tutte pubbliche. Peccato

È finita così: la maggioranza assoluta di Autostrade per l’Italia è della Cassa depositi e prestiti (Cdp). Non è stato un esproprio per pubblica utilità, è stata la vendita forzata a un soggetto indicato dal governo. Mai più i Benetton in Autostrade, aveva sentenziato Toninelli: ma l’esito era condiviso dalla quasi totalità delle forze politiche, e non osteggiato, a volte esplicitamente, da larga parte dell’opinione pubblica, imprenditoria privata compresa. Si era suggerito che a comperare fosse il Mef, ciò che avrebbe più facilmente portato a soluzione il vero problema, cioè l’inadeguatezza del concedente a controllare il concessionario; si sarebbe anche potuto frazionare la rete e introdurre concorrenza per confronto. Il premier avrà pensato, non senza ragione, che, con il Pnrr e le riforme, non era il caso di mettere altra legna al fuoco.

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→  febbraio 12, 2021


Logico che non ci sia giornale o televisione che non descriva, tra l’ammirato e lo stupefatto, come Draghi, con la sua sola presenza, prima ancora di essere ufficialmente insediato, abbia scompaginato il quadro politico, dato nuova vita ai riti un po’ sclerotizzati della formazione dei governi, aperto nuove prospettive a un paese indebolito e provato. Incomprensibile invece che la maggior parte di loro non dedichi una riga o un minuto per riconoscere, non diciamo il merito, ma nemmeno il ruolo che, nel provocare questa svolta, ha avuto colui che avevano invece severamente condannato: colui che, per pura ambizione personale e imperdonabile incoscienza, aveva buttato in una crisi al buio un paese in piena pandemia. E parlo dei grandi giornali nazionali, delle reti televisive e della maggior parte dei loro autorevoli commentatori.

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→  gennaio 26, 2021


Non esistono né procedure né strutture competenti per attuare i progetti concordati con l’Europa. Svegliamoci

Mai sprecare una crisi”. E invece è quello che fanno quelli che accusano Renzi di irresponsabilità, aver aperto una crisi in piena pandemia. Così facendo, ci occupiamo della crisi sbagliata: assai più grave è quella del Recovery fund. Non basta infatti la modifica del primo progetto, che Renzi ha chiesto o ottenuto: mancano i piani per accedervi, per non parlare delle capacità di eseguirli. Tutto personale e preconcetto questo strabismo? La pandemia la conosciamo ormai da quasi un anno: sappiamo misurarne l’andamento, ci siamo abituati al rimedio per contrastarla, abbiamo iniziato a distribuire i vaccini. I problemi per vaccinare il 70 per cento della popolazione sono di tipo logistico e organizzativo: la linea di comando dovrebbe avere imparato dai propri errori. Del Recovery fund invece la sola cosa che conosciamo con precisione è la somma prevista per l’Italia.

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→  gennaio 15, 2021


Al direttore.

Come già l’antiberlusconismo militante, così anche l’antirenzismo andrebbe spiegato. E non solo quello con l’elmetto di Marco Travaglio, ma anche quello diventato un topos di giornalisti e commentatori normalmente equilibrati e pacati. Esemplare l’accusa di avere aperto una crisi “in piena pandemia”: punto. Non uno che dica: avere aperto la crisi con un “Recovery fund” (come ormai è invalso l’uso di chiamarlo) che presenta ancora tante criticità. Ovvio: il minimo residuo di onestà intellettuale obbligherebbe a riconoscere a Renzi la parte che ha avuto nel demolire la struttura piramidale prevista all’inizio, 300 esperti, guidati da manager dei grandi monopoli statali, e al vertice, s’intende, il premier. E la parte determinante avuta poi nel riequilibrare un poco verso gli investimenti un progetto scandalosamente sbilanciato verso i sussidi.

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→  luglio 17, 2020


Intervista di Gianluca Zapponini a Franco Debenedetti

L’economista e scrittore a Formiche.net: Conte è il più grillino dei grillini, abbiamo affidato il destino di una multinazionale che fa strade in tutto il mondo a un tribunale del popolo. Follia togliere la concessione ad Aspi prima che la magistratura abbia fatto il suo corso. Non posso credere che Zingaretti appoggi la rinazionalizzazione della rete autostradale

Un Paese strano, l’Italia. Dove vicenda industriale, quale doveva essere Autostrade, assume i connotati di una partita politica, con tutte le conseguenze del caso: revoca della concessione sì, no, Benetton fuori o dentro. Sono in molti a ritenere che un ritiro della concessione alla società della galassia Benetton sarebbe un bagno di sangue, anche per lo Stato (7 miliardi di indennizzo sicuri, più la possibile sconfitta nel contenzioso). Lo ha detto, pochi mesi fa ma lo si è saputo solo oggi, l’Avvocatura dello Stato, spingendo persino il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli a chiedere a Giuseppe Conte di provare transare prima di far calare la mannaia su Autostrade. Commettendo, dice a Formiche.net l’economista Franco Debenedetti, un errore madornale.

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