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→  settembre 19, 1997


Risposta alla lettera di Ida Vana, presidente Api Torino e Provincia.

La relazione tra ospitare la sede dell’Autorità ed acquisire per questo il titolo di «polo di svilup­po industriale delle telecomuni­cazioni» non sussiste: a meno che non si intenda trasferire per legge a Torino le sedi di Telecom, Me­diaset e Pirelli. Chiarissima inve­ce è la relazione tra le decisioni che l’Autorità assumerà e lo svi­luppo del settore: e su questo non c’è, spero, alcun dissenso con gli amici dell’Api.

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→  settembre 2, 1997


“Saremo felici ripensando che noi vi lasciamo il paese tranquillo all’interno, in buone relazioni e rispettato all’estero; vi lasciamo finanze assestate e pregheremo Iddio che possiate questi benefici conservare alla patria.”
Abbattuta l’inflazione, ridotto il deficit, creduto e voluto che fosse possibile portare dignitosamente l’Italia alla soglia dell’Europa della moneta unica, Ciampi potrebbe un giorno a buon diritto far sue le parole pronunciate in Parlamento da Marco Minghetti il.16 Marzo 1876.

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→  agosto 9, 1997


Quale sarà il quadro competitivo del settore delle telecomunicazioni ai nastri di partenza del gennaio 1998, quando, cioè, entrerà in vigore la norma comunitaria che liberalizza la telefonia fissa?

Mercoledì scorso tutti i giornali riportavano le scandalizzate accuse sul prezzo della benzina: e poco oltre davano notizia dei propositi del ministro Maccanico sul futuro assetto delle telecomunicazioni. In una pagina si constatano i danni provocati dalla presenza di un operatore dominante in un mercato non sufficientemente concorrenziale; qualche pagina dopo si annuncia che un altro settore verrà “liberalizzato” rafforzando la posizione dominante dell’attuale monopolista. Nello stesso giorno.

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→  giugno 27, 1997


Frankenstein oppure Dottor Jekill e Mister Hyde? Parliamo ovviamente di fondazioni bancarie e della legge in esame alla Camera. Il progetto, redatto da giuristi non certo “giacobini”, firmato da Ciampi, sembrava avviato ad una agevole conclusione.
Anche perche’, da quando era stato presentato, le cose si erano mosse. Quanto alla privatizzazione, Sanpaolo e Cariplo hanno avviato propri programmi; per le banche meridionali ha provveduto la cogenza dei conti economici e del Codice civile; al vertice della piu’ tetragona, Montepaschi, e’ stato posto un presidente di grande levatura. Quanto agli esuberi e’ stata trovata, con i buoni uffici del Governo, una soluzione che pare soddisfacente anche per la Banca di Roma, cui il problema sta particolarmente a cuore.

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→  giugno 23, 1997


Il contrasto euro americano sulla flessibilita’ sociale e dei mercati, emerso con durezza a Denver, ripropone agli occhi degli italiani e degli europei avvertiti la vera radice del male che ci colpisce e dell’illusione con cui molti politici europei si ostinano a volerlo curare.
Negli ultimi 20 anni il tasso di disoccupazione in Francia, Germania ed Italia si e’ piu’ che raddoppiato, in costante progressione, (salvo una breve inversione di tendenza nel periodo 89-91). Al contrario in USA la disoccupazione e’ oscillata intorno al 6%, ed oggi e’ dimezzata rispetto al 1991, punto minimo della recessione. In vent’anni in Europa si sono distrutti 2 milioni di posti di lavoro: in USA se ne sono creati 38 milioni.

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→  giugno 6, 1997


Che si possa rinverdire il mito dello statalismo di successo: questo il pericolo che additavo con la metafora dei nuovi Mattei, riferita ai nuovi manager delle grandi holding pubbliche. Che si tratti di un pericolo reale lo dimostrano proprio gli argomenti addotti per confutarmi.
Per Augusto Ninni e Sergio Vacca’ (I nuovi Mattei e il Governo spettatore, Corriere della Sera del 30 Maggio) “si deve evitare di attribuire alla privatizzazione sicuri, immediati effetti positivi su efficienza e competitività; ” un sensibile miglioramento nell’efficienza non è conseguenza necessaria della privatizzazione” bensì di modifiche di strategia e organizzazione che anche il nuovo management può realizzare.

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