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→  dicembre 5, 2001


Fondazioni bancarie: Debenedetti contro Tremonti

Controllo da parte degli elettori su come le Fondazioni spendono il reddito del loro patrimonio; controllo da parte del mercato sugli assetti proprietari delle banche e sulla loro gestione: questi i due principi che negli ultimi anni i governi hanno cercato di affermare in nome dell’interesse generale e dell’efficienza allocativa; questi i principi alla cui applicazione si sono opposti gli interessi coalizzati intorno alle Fondazioni.
Voglio far credito a Tremonti – e non è poco – di volersi porre in linea di continuità con i suoi predecessori Amato, Dini, Ciampi, Visco, e credere che la modifica che egli propone alla normative sulle Fondazioni sia ispirata a quei principi. E’ in questa ottica che intendo indicare le ragioni di consenso e quelle di dissenso

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→  novembre 23, 2001


Un ribaltamento nella politica di privatizzazioni in Italia

C’è un progetto che gira nei palazzi della politica, un progetto temerario, perché significherebbe il totale ribaltamento della politica di privatizzazioni seguita finora dall’Italia, un progetto originato in una parte della maggioranza, ma sarebbe già stato illustrato anche ad altri Ministri. Si tratta nientemeno che di creare una rete pubblica di telefonia mobile. Un fatto che annullerebbe la credibilità internazionale che il Paese si è conquistato con la sua politica di privatizzazioni, che porrebbe l’Italia in contrasto con gli organismi comunitari, che potrebbe avere riflessi anche sul patto di stabilità.

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→  novembre 15, 2001


Partita doppia

Il titolo, sparato lunedì 5 novembre in prima pagina su cinque colonne dall’autorevole Financial Times era da far sobbalzare. ” Dubbi su come l’Italia si qualificò per l’entrata nell’Euro”. Operazioni sui derivati, spiegava il catenaccio, forse erano state usate per “occultare la dimensione del deficit”. E subito il pensiero andava a Mario Draghi, il direttore generale del Tesoro che per dieci anni aveva gestito il nostro gigantesco debito pubblico con riconosciuta perizia, confermata da prestigiosi premi i internazionali. E più su a Carlo Azeglio Ciampi, all’epoca titolare del dicastero, che aveva ribattuto colpo su colpo chi non credeva possibile che l’Italia passasse in un anno dal 6,3% al 2,8% di rapporto deficit/PIL. E più su ancora a Prodi, all’epoca presidente del Consiglio. Che ci fossimo sbagliati tutti?

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→  ottobre 10, 2001


Nel piano di riordino delle Authority a cui sta lavorando il Ministro Frattini, l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas non è nominata tra quelle di “primo livello”

Nel piano di riordino delle Authority a cui sta lavorando il Ministro Frattini, l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas non è nominata tra quelle di “primo livello”; una voce giornalistica secondo cui le sue attribuzioni potrebbero essere conferite al Ministero dell’Industria non è stata smentita. Dell’iniziativa del Ministro molte cose sono condivisibili: riaggregare competenze, bloccare la tendenza al proliferazione, uniformare i trattamenti economici e commisurarli ai compiti; altre lo sono meno, come le bizantine distinzioni sulla natura, costituzionale o non, del bene da proteggere, e sulla gerarchia che ne deriverebbe.

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→  settembre 30, 2001


La domanda da porsi è: per gli operatori economici è preferibile la legge attuale o quella finora in vigore?

Salvatore Bragantini non ha dubbi: la modifica della disciplina del falso in bilancio e delle comunicazioni sociali è una “riforma sbagliata”. Egli ne scrive il giorno stesso in cui l’aula del Senato la approva definitivamente. Da tempo scaduto il termine per presentare emendamenti, oggi è inutile discutere su quello che sarebbe potuto essere, il giudizio da dare è solo più su quello che è. La domanda da porsi è: per gli operatori economici è preferibile la legge attuale o quella finora in vigore? Io sostengo di sì. Bragantini dice di no, ma in realtà il suo confronto non è tra la legge votata e quella precedente, bensì tra la nuova e una bozza ormai consegnata agli archivi.

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→  settembre 29, 2001


Salvatore Bragantini (Corriere di ieri, pagina 14) non ha dubbi: la modifica della disciplina del falso in bilancio è una «riforma sbaglia­ta». Oggi, a legge approvata, è inu­tile discutere su quello che sarebbe potuto essere. La domanda da por­si è: per gli operatori economici è preferibile la legge attuale a quella finora in vigore? Io sostengo di sì. Bragantini dice di no, ma in realtà il suo confronto è tra la nuova e una bozza ormai consegnata agli archivi. Che quella bozza fosse mi­gliore non me ne deve convincere.

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