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→  settembre 6, 2023


Le morti sul lavoro hanno sempre in sé qualcosa di raccapricciante. Intanto per le circostanze tremende in cui sovente hanno luogo. Poi per la contraddizione tra l’esito funesto (perder la vita) e lo scopo che con il lavoro si vuole raggiungere (guadagnarsi da vivere). Infine perché, a differenza di quelle per malattie incurabili o per eventi naturali, queste morti non sono inevitabili . Ci ripugna “che la morte sul lavoro [sia] un’eventualità a cui nessuno può sfuggire” come scrive Maurizio Molinari su Repubblica: con 3 morti al giorno fra chi lavora, la “morte sul lavoro” diventa “la morte del lavoro”. Fino a smarrire, come scrive Ezio Mauro, “l’identità della cultura sociale europea, costruita nell’alleanza tra impiego, capitale, welfare e democrazia”. In questo senso ogni morte sul lavoro è un lutto per il paese . Per l’importanza dei valori che il disastro di Brandizzo mette in gioco, è necessario fare quel che si può di chiarezza sulle circostanze che hanno portato a questo disastro.

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→  agosto 8, 2023


Tassisti “di complemento”, la gestione di chiamate e traffico attraverso una app, senza togliere lavoro

Lettere al direttore, fondi del direttore; proposte di legge, risposte di scioperi. La letteratura sul tema dei taxi è sterminata, ma il risultato pratico di tutto questo ruminare è sostanzialmente nullo: Con la sola eccezione delle città che hanno consentito a Uber di operare, le code alle stazioni di sosta e le esasperanti telefonate restano sostanzialmente le stesse.

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→  giugno 17, 2023


Una memoria pacificata e condivisa è un autentico bene pubblico. Per costruirla le scelte simboliche sono importanti e possono fare la differenza. Imprenditore, editore, innovatore della comunicazione e del costume, uomo politico, primo ministro, non c’è dubbio che Silvio Berlusconi abbia un posto nella storia.

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→  aprile 28, 2022


Al direttore.

Bucha resterà il fatto più emblematico della Guerra di Ucraina. Non per le efferatezze delle truppe russe, non per i cadaveri lasciati per strada, le mani legate dietro la schiena, non per la precisione con cui è stata documentata: ma per la sfacciata negazione della verità, per cui si tratterebbe di una messa in scena, un “set cinematografico” montato dalla propaganda ucraina. Putin aveva creduto che a riscrivere la storia bastasse onorare con la medaglia al valore gli “eroi” di quella carneficina: dovrà trasformarla in un premio allo sceneggiatore.

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→  aprile 21, 2022


La parola genocidio è ritornata più volte recentemente, da Zelensky alla Knesset come momento fondativo di quella nazione, da Biden come accusa, dalla CPI come possibile reato. Ma “genocidio” non è il superlativo di omicidio di massa, la sua unicità è oggettiva, non solo funzionale a isolare la mostruosità della Shoah. A illustrarlo serve un episodio accaduto durante la Seconda guerra mondiale in Ucraina e descritto da Jonathan Littell ne “Les bienveillantes”.

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→  marzo 7, 2022


Il nome del leggendario capo della resistenza antirussa nel Caucaso

Caro Aldo,Shamil avevano chiamato i miei bisnonni il loro primo figlio, come il leggendario capo della resistenza antirussa nella guerra del Caucaso dell’800: i russi si impadronivano di fortezze e città, ma lui riusciva sempre a sfuggire. In Occidente era diventato il romantico combattente che lotta per l’indipendenza delle nazioni e la libertà dei popoli: dunque Shamil, nomen omen.
Oggi che sono gli ucraini le vittime dei russi, Zelensky sarebbe un nome ingombrante per un neonato, ma qualche coraggioso Shamil verrà certo fuori in questa tragedia.