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→  marzo 19, 2020


di Franco Debenedetti e Natale D’Amico

Tutti i giorni leggiamo il bollettino di guerra, i numeri della nostra guerra contro il Covid-19. E ognuno cerca di estrarre dai numeri le risposte alle domande che ci assillano: come stiamo andando? I sacrifici che facciamo servono a qualcosa? Domande che a loro volta ne sottintendono una perlopiù inespressa: quando ne usciremo?

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→  marzo 29, 2018


Adesso che si è mossa la Federal Trade Commission, la vicenda Facebook si è istituzionalizzata e prende un indirizzo preciso. L’ufficio per la protezione dei consumatori ha reso noto che prende molto sul serio le notizie stampa che sollevano forti preoccupazioni su come Facebook protegge la privacy, e che ha iniziato un’indagine non pubblica sulle pratiche adottate dall’azienda. Sarà particolarmente severa, dato che a Facebook erano già stati imposti provvedimenti. Finora invece la vicenda era stata descritta nei modi più disparati. “Scandalo”, il più frequentato, una valutazione morale che nulla dice della causa. “Sfruttamento dei dati personali”, con riferimento alla polemica sul loro valore venale. “Pericolo per la democrazia” per il (reale? potenziale?) potere dei messaggi. “Fallimento”, come sulla copertina dell’Economist, per la perdita in valore delle azioni del gigante di Menlo Park. E l’onnicomprensivo “BAADD” (Big, Anti-competitive, Addictive and Destructive to Democracy), buono per tutti i BigTech. Adesso si sa di che si parla: di possibile lesione dei diritti di privacy dei consumatori, in questo caso di social media.

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→  marzo 24, 2018


Proibire raccolta e analisi dei dati è come un attacco alla libertà individuale

La prima volta, nel 1994 con i Progressisti, le elezioni nel Collegio Torino Centro le vinsi con i tradizionali manifesti. Nel1996 con l’Ulivo avevo un avversario temibile: ricordatomi della regola nr. 1 del candidato, mai parlare ai convinti, elaborai una strategia che, non disponendo di un Bannon, mi parve raffinata. Ed ebbi il premio.

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→  febbraio 1, 2018


Al direttore.

C’è una questione sovrastante quella se fossero leciti gli esperimenti sulla nocività delle emissioni diesel (e io penso che lo fossero): doveva essere immediatamente chiaro che devono passare ancora generazioni prima che un’azienda tedesca possa prendere in considerazione il fare esperimenti che coinvolgano uomini e gas.

→  marzo 25, 2017


Il 20 marzo Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, dà un’ampia intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung: compiti della Commissione, insistenza di Schaeuble a far rispettare strettamente le regole, sostegno di Draghi, solidarietà dimostrata dai paesi del nord dell’Eurozona con i paesi in crisi. Alla fine, affermato che “come socialdemocratico ritengo la solidarietà estremamente importante”, conclude: “Ma chi chiede solidarietà ha anche dei doveri. Io non posso spendere tutti i miei soldi per alcol e donne e subito dopo invocare il suo sostegno. Questo principio vale sul piano personale, locale, nazionale e appunto anche europeo”.

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→  aprile 11, 2015


Al direttore.

Commenti e reazioni sulla strage al Palazzo di giustizia di Milano sono tutti per le falle nella sicurezza, per la dinamica degli avvenimenti, per l’identità delle vittime. Invece Eurointelligence di ieri osserva che il fatto accade in una crisi economica lunga e non ancora finita, e ricorda che episodi simili, seppur non così drammatici, sono avvenuti anche in Germania. Leggendo che il precedente avvocato di Giardiello stava per testimoniare contro di lui, il sito di Wolfgang Munchau si domanda se quanto avvenuto a Milano non debba indurre a riflessioni più generali: come i sistemi giuridici europei si pongono rispetto al fallimento; se non sia il caso di pensare a un approccio diverso, che tenga separate le questioni civili e quelle penali.

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