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→  luglio 24, 2002

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Il messaggio di Ciampi sull’informazione

La scelta del tempo è ciò che, nel messaggio alle Camera del Presidente della Repubblica, più colpisce.
Tempo degli avvenimenti politici prossimi, dopo l’approvazione da parte del Senato della legge sul conflitto di interessi e prima che si formalizzino le numerose iniziative, anche del governo, di cui si parla. Tempo delle evoluzioni tecnologiche lontane, quel 2006 indicato dalla legge per il passaggio al digitale terrestre, che non si può attendere.

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→  aprile 10, 2002


Tutti alla Rai sembrano occupar­si delle nomine in arrivo. Ma l’assetto del sistema e la privatizzazione di viale Mazzi­ni sono improvvisamente usciti dal magaz­zino oggetti dispersi, grazie alle dichiara­zioni rese da Gianni Letta. Intervenendo a un convegno dell’Isimm, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio prima ha trac­ciato un quadro storico del trentennale ritardo della legislazione italiana in materia di telecomunicazioni e televisione, utile a ricordare che il duopolio della tv in chiaro è figlio della miopia dei legislatori e non vi­ceversa (la nascente tv via cavo, per-esem­pio, fu bloccata dalla politica nel 1973 per difendere il monopolio Sip e Rai).

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→  febbraio 25, 2002


Questione Rai

E adesso privatizziamo la RAI. Altri esprimeranno i loro giudizi e le loro valutazioni sui nomi che i Presidenti di Senato e Camera hanno designato per il CdA RAI. Ma su una cosa credo che tutti, probabilmente a partire dagli stessi interessati, concorderanno: non è stata una vicenda esaltante.

E non si venga a dire che è il frutto anomalo di circostanze eccezionali. Al contrario: questo è il risultato , magari parossistico, di contraddizioni che sono alla radice stessa del nostro sistema delle TV. Bisogna cambiare regime, bisogna privatizzare la RAI: è molto significativo che un’indicazione in questo senso sia venuta dal presidente del Senato all’atto delle nomine.

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→  febbraio 1, 2002


Lettera al Direttore dell’Espresso
sulla questione RAI

Caro Direttore,

di fronte al rullo compressore messo in atto dal governo nell’attuare il suo programma, ogni giorno appare più grave la mancanza di chiarezza su programmi e strumenti del centrosinistra a quasi 9 mesi dalle elezioni. Si riproducono gli errori della passata legislatura: allora Rifondazione che fa cadere Prodi, la lotta tra centro e sinistra che affossa D’Alema e blocca la candidatura di Amato a leader; oggi l’antipatia per D’Alema, la velleità della Margherita di mettere sotto i DS che fanno esplodere l’incidente sull’indicazione di D’Alema alla Convenzione europea.

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→  gennaio 24, 2002


Lettera aperta su “L’Unità” del 24 gennaio

Caro Direttore,

sovente dal suo giornale partono attacchi a chi, nella sinistra, non condivide la linea politica dell’attuale direzione dell’Unità. Quello contenuto nel fondo di domenica (” Il dogma della infallibilità di Berlusconi”), autorevole per firma ed esemplare per metodo, merita qualche considerazione.
Partito dalle critiche a Berlusconi e al suo governo, dopo mezza colonna, il suo editoriale “estende” l’attacco “anche a deputati e senatori dell’opposizione”: sarebbero soggetti a “un’egemonia che si espande a sinistra”; anziché opporsi alla destra, inviterebbero la sinistra a “fare come loro” e quindi, a forza di imitazione, diventerebbero “come loro”. “Inavvertitamente”, ha la bontà di aggiungere. Non più traditori, dunque, ma utili idioti: il magazzino offre una varietà di strumenti.

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→  gennaio 21, 2002


Il dibattito sull’”emergenza democratica” aperto da Salvadori e Macaluso: i due volti dell’opposizione.

Questione giustizia. Dopo l’esortazione di Borrelli di passare alla resistenza, dopo le clamorose manifestazioni che hanno segnato l’apertura dell’anno giudiziario, il vice presidente del CSM, Giovanni Verde, si domanda se ” a questo punto non sia meglio reintrodurre l’autorizzazione a procedere per i reati commessi da deputati e senatori con effetto anche sui processi in corso”. Tanto basta perché Giuseppe D’Avanzo (La soluzione del cavaliere, Repubblica, 16 Gennaio 2002) si chieda, retoricamente, se la sua uscita sia stata “anticipata o addirittura concordata con il presidente della Repubblica”; e “annota in taccuino” che ” il Capo dello Stato, pur consapevole che la proposta Verde può essere delineata come tentativo di mediazione del Quirinale, non ha speso una parola per prenderne le distanze”.

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