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Archivio per il Tag »concorrenza«

→  marzo 4, 2024


di Franco Debenedetti e Carlo Stagnaro

Il piano del governo Meloni non è una rivoluzione ma un aggiustamento marginale delle partecipazioni pubbliche. In questo contesto le privatizzazioni possono diventare un’occasione per aumentare la concorrenza

Le polemiche sull’ingresso dello stato nel capitale di Stellantis hanno fatto perdere di vista la polemica precedente: quella sulla “svendita” di asset pubblici. D’altronde, le stesse imprese italiane – come ha notato Ferruccio De Bortoli sull’Economia del Corriere della sera di lunedì 19 febbraio – sembrano ben poco interessate alle privatizzazioni, diversamente dal passato. Forse la ragione è che in ballo non c’è una scelta (verrebbe da dire) di politica industriale, ma una mera riorganizzazione delle partecipazioni finanziarie dello stato. Sul quotidiano di via Solferino, Francesco Giavazzi aveva a sua volta notato che ciò “significa che [Giorgia Meloni] vuol continuare a controllarle e usarle come strumento di intervento sui mercati” (3 febbraio). A noi sembra che possa essere vero anche il contrario: le privatizzazioni possono diventare un’occasione per aumentare la concorrenza.

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→  novembre 14, 2022


La prima ipotesi, quella di un’unica rete pubblica, l’aveva tuonata Grillo nel 2020; la seconda (due reti in concorrenza) pare trovasse i favori del ministro Colao. Ma sostanzialmente il governo Draghi la questione l’ha lasciata come l’aveva trovata. Eppure da questa scelta dipende il futuro di una delle poche grandi aziende che ci sono rimaste, “ci” per modo di dire, perché a controllarla è la francese Vivendi.

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→  dicembre 15, 2021


Al direttore.
“Il problema con Amazon – scrive Lorenzo Borga sul Foglio di lunedì – è che uccida l’innovazione degli altri”. A preoccupare ancora di più è “il problema con l’Antitrust”: cioè che essa cambi mestiere e che invece di fare gli interessi dei consumatori si metta a proteggere i concorrenti. Col che noi perderemmo un’istituzione essenziale al buon funzionamento del mercato. Noi in quanto italiani, e noi in quanto europei: perché se Roma fa piangere, Bruxelles non fa ridere.

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→  novembre 10, 2021


Concorrenza e piattaforme digitali

«Salvo prova contraria, si presume la dipendenza economica nel caso in cui un’impresa utilizzi i servizi di intermediazione forniti da una piattaforma digitale che ha un ruolo determinante per raggiungere utenti finali o fornitori, anche in termini di effetti di rete odi disponibilità dei dati». Così. l’art. 29 inserito nella legge sulla concorrenza: che fin dal suo inizio evidenzia gravi criticità.

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→  luglio 4, 2020


Serve aumentare la concorrenza, facilitare la traduzione di idee in imprese, ridurre, se non le imposte che paga chi crea ricchezza, almeno il costo di chi la “socializza” e delle sciocchezze che fa

“Quando l’economia è in crisi, a chi chiediamo aiuto? Non alle aziende, ma allo Stato. Ma quando l’economia va bene, ignoriamo i governi e lasciamo che le aziende si prendano i benefici”. Colpisce, in questa prima frase del nuovo articolo di Mariana Mazzucato pubblicato sul New York Times il 1°Luglio, che dopo il punto va a capo. Mentre avrebbe dovuto mettere due punti: e concludere “e ricomincino a pagare le tasse”.

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→  agosto 14, 2019


Philip Stephens is correct: there is certainly no bigger mistake than to confuse cause and effect (“Europe must set its own digital rules”, August 9). But if Europe lags behind the US in the knowledge economy, and now in the race for artificial intelligence, that is the cause of its lacking “companies of sufficient scale to compete with the Americans”, of its struggling “to nurture a culture of innovation”, and of not producing “enough top-flight computer scientists”; in no way can it be the effect. Companies don’t grow, and people don’t choose, in a vacuum.

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