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→  marzo 29, 1994


La sinistra ha vinto solo a Torino città, mentre in tutta la regione ha prevalso il Polo della libertà e al Fatto per l’Italia sono stati assegnati due collegi con il calcolo proporzionale. Si possono sintetizzare così i risultati delle elezioni al Senato in Piemonte. Il Polo della libertà ha ottenuto 13 seggi, i progressisti 7, il Patto 2, Alleanza Nazionale 1.

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→  marzo 29, 1994


Soddisfatto per i risultati personali, combattuto da sentimenti contrastanti per l’esito negativo nei confronti delle sinistre. Il senatore progressista Franco Debenedetti ha ammesso: “una vittoria simile delle destre era inattesa. Certo una maggioranza relativa era scontata, e numericamente era credibile, ma non con questo scarto”.

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→  marzo 25, 1994


“È stata una campagna elettorale dove sono mancati i contatti tra i candidati”. A poche ore dal voto, Franco Debenedetti, fratello di Carlo, presidente dell’Olivetti, candidato al senato per i progressisti, nel collegio 1 di Torino, al di là del giudizio considera la sua prima esperienza da aspirante uomo politico, interessante. “Mi ha arricchito come conoscenza della vita reale. C’è differenza tra i problemi reali e quelli espressi dalle statistiche. Ho constatato quasi fisicamente la misura del disagio sociale di chi chiede lavoro e sicurezza, di chi vorrebbe solo sapere e di chi non ha più fiducia nella politica capace di dare risposte autentiche”.

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→  marzo 25, 1994


“Noioso”. così ha definito Franco Debenedetti, fratello del più noto Carlo, presidente dell’Olivetti, e candidato di spicco tra le liste torinesi dei progressisti, l’incontro televisivo avvenuto l’altra sera tra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto.

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→  marzo 7, 1994

“I monopoli non favoriscono i nuovi mestieri”.  Lo ha detto oggi a Torino Franco Debenedetti parlando con Umberto Eco su “Informazione e Lavori”, conferenza-dibattito nell’ambito della campagna elettorale dove Debenedetti è in corsa per il senato, nelle fila del polo progressista.

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→  marzo 6, 1994


Franco Debenedetti ha osservato che “la borghesia illuminata non può farsi rappresentare da un cantatutore dialettale come Gipo Farassino”. Riferendosi a Berlusconi ha aggiunto che “la tentazione per un imprenditore può essere quella di trasferire in ambito politico la concezione aziendale del capo autoritario. Questo darebbe all’alleanza con la destra un valore non solo tecnico”.
Per Novelli, “Berlusconi è un avventuriere che non ha niente che vedere con un’economia moderna”.