Sanità, tagli non lineari per imprese più efficienti

ottobre 17, 2015


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore


Il governo, con decreto legge n.278 del 19 Giugno 2015, ordina agli enti del Servizio Sanitario Nazionale di ottenere dai fornitori riduzioni, di prezzo o di quantità, tali da realizzare un risparmio globale per l’amministrazione del 5% su base annua. Se necessario potranno revocare i contratti in essere “senza alcun onere a carico degli stessi” enti, cioè derogando dall’art. 1671 del codice civile, che prevede l’indennizzo del fornitore in caso di recesso.

Anche Giuseppe Rotelli, per salvare l’ospedale San Raffaele dopo l’allegra gestione di Don Verzè, aveva rinegoziato i prezzi con i fornitori. “Siamo sull’orlo del precipizio, stasera ognuno di voi vada a casa e pensi a come rimettere in piedi la situazione”, aveva detto l’11 Maggio 2012 ai dipendenti: gli chiedeva di ridursi il salario del 9% per evitare la procedura di licenziamento collettivo per 224 dipendenti. E quanto agli acquisti aveva ottenuto risparmi, fino al 35% sugli appalti, dal 10% al 20% sulle forniture biomedicali.



L’iniziativa di Rotelli fu presa come la richiesta di un sacrificio necessario; su quella del governo piovono invece critiche affilate, è vista come la manifestazione di una prepotenza senza costrutto.



Rotelli parlava da imprenditore e da investitore, doveva far capire a tutti che con il direttore d’orchestra cambiavano musica e modo di suonarla. Rischiava i suoi soldi, aveva più di tutti interesse a che il San Raffale, messi i conti in ordine, ritornasse ad essere struttura di eccellenza, proiettata verso un futuro di sviluppo. Per questo era credibile, la sua scommessa era la scommessa di tutti.



Chi qui scrive non ha bisogno di essere convinto della superiorità di efficienza gestionale di un’impresa privata rispetto ad una pubblica; e neppure del fatto che esistano soluzioni per cogliere i vantaggi di quella maggiore efficienza anche in un servizio pubblico delicato e complesso come la sanità. Non ha bisogno che gli si ricordi la differenza di incentivi tra chi opera nel settore privato e chi nel settore pubblico. Ciò che stupisce è che a ricordarglielo sia proprio l’amministratore pubblico, con iniziative che confermano come la ricerca di maggiore efficienza non rientri tra i suoi obbiettivi.



Efficienza è ridurre i costi. Tagliarli “in media” è rinuncia all’efficienza. Il 5% generalizzato è sicuramente sbagliato: perché ci saranno aziende sanitarie per cui è troppo poco (il San Raffaele insegni), e aziende per cui farlo può intaccare la qualità del servizio; ci saranno dirigenti che hanno firmato ordini “generosi” e dirigenti che hanno spremuto l’ultimo euro. Possibile che l’amministrazione non possa far nulla di meglio di imporre una misura uguale per tutte le sue aziende, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, da quella che paga a 84 giorni a quella (il Molise) che non paga prima di 633 giorni (sì, 21 mesi)? Possibile che non disponga di qualche informazione sull’efficienza di ciascuna di esse, sui valori assoluti delle prezzi che chiede di tagliare, sulla qualità dei suoi dirigenti?



Efficienza è stabilire un rapporto di fiducia con il fornitore. Non lo si costruisce stracciando i contratti e disconoscendo il codice civile: per questo si è dovuto fare una legge, altrimenti sarebbe bastata una circolare ministeriale. Fornitore e cliente sono sovente uno lo specchio dell’altro, un cliente esigente ma corretto seleziona nel mercato i fornitori migliori. Per far fronte agli impegni sottoscritti, alcuni avranno fatto investimenti, assunto personale. Che rapporto di fiducia si può stabilire, quando lo Stato non dà la certezza del diritto che è suo primo compito garantire a tutti? La cosa ha portata generale: se lo Stato rinnega le sue leggi in un caso, lo potrà fare in ogni caso. E poi ci si sbraccia per suscitare imprenditorialità, per attrarre investitori.



Per Giuseppe Rotelli, e quelli che ne han preso il testimone, dover superare le difficoltà è stata la spinta ad aumentare l’efficienza: un anno dopo il San Raffaele era sostanzialmente in pareggio, ricominciava a investire e saliva nella graduatoria della produttività scientifica.



Per la sanità pubblica, il rispetto del vincolo di bilancio, invece che occasione per fare efficienza, è una pratica burocratica da sbrigare. Se serve, derogando dal codice.

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