Perché il voltafaccia su Israele?

luglio 23, 2004


Pubblicato In: Giornali, La Stampa

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Perché il governo italiano ha votato la mozione che condanna Israele per la costruzione del muro? Non intendo riferirmi alle ragioni giuridiche e morali: parlo delle ragioni politiche che hanno indotto a una scelta che appare come un brusco cambiamento di rotta.

Il Governo Berlusconi, durante il semestre di presidenza italiana, avanzò proposte – diciamo così – non convenzionali: ad esempio l’entrata nell’Unione Europea di Russia, Turchia e Israele. Fu firmatario della dichiarazione degli otto paesi della “Nuova Europa” che, sull’intervento in Irak, si schierarono a fianco di America e Inghilterra, contro Francia e Germania. Non perse occasione per prendere posizioni critiche verso il tradizionale concerto europeo.
Soprattutto, in materia di conflitto tra Israele e Autorità palestinese, ha spesso preso concretamente le distanze da iniziative diplomatiche assunte di altri paesi europei i cui rappresentanti si recavano a incontrare Arafat, distinguendosi da iniziative del rappresentante europeo nel cosiddetto “quartetto” troppo corrive verso la posizione palestinese. Guadagnandosi la gratitudine di Israele.
E questo stesso Governo, di punto in bianco, vota con gli altri Paesi Europei, tutti allineati dietro la diplomazia francese, da sempre dichiaratamente anti-israeliana e filo-palestinese, per di più proprio nei giorni in cui si accende la polemica sull’anti-semitismo in Francia. Quale disegno politico sta dietro questa condotta? Le scelte del Governo in politica estera, quelle sull’Irak, ma non solo quelle, hanno prodotto per il Paese vantaggi e svantaggi. Cambiando rotta si sommano solo gli svantaggi. Perchè farlo?
Per le modeste correzioni lessicali che il Ministro Frattini sarebbe riuscito a introdurre? Ma nella mozione si invita l’Autorità palestinese a porre in opera tutte le necessarie misure contro “le manifestazioni di violenza”, senza che anche questa volta la parola “terrorismo” venga scritta e condannata per ciò che è: il problema per l’Onu non esiste.
Per non essere il solo grande paese a votare contro insieme al Canada e Australia ma con Micronesia e Tonga? Ma proprio per questo l’Italia poteva indurre altri a seguire il suo esempio.
Perché è tradizione che l’Europa voti all’unanimità all’assemblea generale? Ma così si dimostra ancora una volta capace di parlare con un’unica voce solo quando é certo che non ci sono conseguenze pratiche.
Per il timore di offrirsi come bersaglio ai terroristi? Questa, che appare come la giustificazione più probabile, é in realtà la peggiore: perché l’unico modo per sconfiggere il terrorismo é comprenderne la natura e mantenere una linea coerente e costante. L’ambiguità é il migliore amico del terrorismo, perché produce le divisioni in cui può essere tentato di incunearsi. Anche l’Italia può essere teatro di atti di terrorismo: é proprio per questo che il governo ha il dovere di spiegare al Paese le ragioni del suo voto, e qual é la sua posizione su un argomento carico di tanto emblematico significato. In ogni caso, unire il risentimento di Israele tradito al disprezzo delle cancellerie europee che abbiamo tante volte avversato resta inspiegabile.

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