→ ottobre 18, 2002

Errori e incertezze da evitare nella cura del malato torinese
Da 10 a 12 miliardi di euro in tre anni, un punto di PIL, e un team di management: questo è quello che ci vuole per giocare la partita dell’auto in Italia. Chi mette i soldi e chi individua gli uomini?
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→ ottobre 16, 2002

L’entrata dello Stato nel capitale Fiat sarebbe un errore: se l’obbiettivo é quello di risanare l’auto italiana, per poi stabilizzarla con l’integrazione con un partner straniero, sarebbe un’iniziativa inutile e controproducente.
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→ ottobre 11, 2002

Intervista di S. Riz.
«Che ci voglia un’integrazione industriale, lo hanno detto tutti. Che il piano della Fiat debba essere credibile è ovvio». E dopo queste considerazioni, il senatore Franco Debenedetti si pone una domanda: «Ma con chi va discusso il piano?».
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→ ottobre 4, 2002
Il dibattito sull’invio di altri nostri soldati nell’ambito della missione Enduring Freedom
Sul tema sono intervenuto pubblicamente con una intervista a Radio Radicale, in un dibattito televisivo a La 7 nella trasmissione serale 8 e mezzo e in un’intervista a L’Unità. Ho partecipato a tutti i dibattiti del Gruppo. La mia tesi é stata ripresa da Stefano Folli sul Corriere della Sera del 3 e 4 ottobre.
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→ ottobre 4, 2002

Intervista di Simone Collini
Senatore Franco Debenedetti, lei ha votato la mozione presentata dalla Margherita, in dissenso dal gruppo Ds, perché?
«L’ho fatto per ragioni di continuità e di discontinuità: continuità con la collocazione internazionale del nostro paese, compresa la nostra adesione all’alleanza contro il terrorismo e il voto di un anno fa; e considerazione delle discontinuità verificatesi da allora».
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→ ottobre 4, 2002

Da un lato chiede rigore sui conti, ma dall’altro…
L’annuncio dato dalla Commissione europea che sposterà (rectius: proporrà di spostare) dal 2003 al 2006 la data in cui i paesi dell’euro dovranno azzerare (rectius: portare vicino allo zero) i loro deficit di bilancio, è stata letta come un altro episodio della partita che si gioca tra Consiglio dei Ministri dei paesi europei e Bruxelles. Una partita, secondo alcuni, in cui tecnocrati illuminati, difensori del contenimento delle spese, profeti della virtù dei bilanci in pareggio cercherebbero di contrastare Governi spendaccioni, incapaci di mettere ordine nei propri conti e di resistere all’assalto degli interessi organizzati.
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