Le regole non fanno il risultato

maggio 29, 2003


Pubblicato In: Giornali, La Stampa

lastampa-logo Alberto Moravia temeva che lo sport rendesse gli uomini cattivi, facendoli parteggiare per il più forte. Non sono d’accordo, la Juventus mi evoca tutto, tranne che condanne morali. Per Karl Kraus il calcio era figlio della democrazia, anche se instupidiva le famiglie. E sono d’accordo solo sulla prima parte. Perchè conosco almeno un buon esempio, di come da una finale di Coppa dei Campioni si possano trarre in tutt’altro campo osservazioni preziose per tutti, chiunque la vinca.

Scrisse una volta Friedrich August von Hayek:

«Se, in una partita al pallone, oltre all’abilità dei singoli giocatori, fossimo anche a conoscenza del loro stato di attenzione, loro riflessi, condizioni del loro cuore, polmoni e muscoli, in ogni momento della partita, saremmo probabilmente in grado di predire il risultato. In realtà ci saremmo costruita una buona idea dei fatti da cui dipende la partita, ma non saremmo in grado di verificarli quantitativamente, e di conseguenza il risultato resterà escluso da quanto e scientificamente prevedibile. La nostra capacita di previsione e limitata alle caratteristiche degli eventi di tipo generale, e non comprende la capacità di prevedere singoli eventi specifici».

Hayek ha combattuto per quarant’anni contro lo scientismo, la pretesa che alle relazioni sociali si possano applicare le leggi deterministiche del mondo fisico: gli uomini sono liberi, quindi le loro azioni possono avere conseguenze diverse dalle loro intenzioni, una società libera crea essa stessa i propri fini. Nei decenni in cui dominavano teorie favorevoli all’intervento dello stato, e anche in Occidente si ammiravano i risultati della economia pianificata, Hayek ha combattuto una battaglia solitaria per la libertà, dimostrando perchè il comunismo, «il Regno di Dio senza Dio», era un miraggio, e che c’era il disastro al fondo della «Via della schiavitù». In una società libera, le leggi sono «norme generali che si applicano a tutti. E aggiunge: «Spesso non si riconosce che leggi generali ed eguali forniranno una garanzia più efficiente contro la violazione delle libertà individuali: ma ciò è sopratutto dovuto all’abitudine di esentare tacitamente da queste lo Stato e i suoi dipendenti». Come nel gioco del calcio, regole generali rendono possibile il dispiegarsi del talento dei giocatori, ma non determinano il risultato del gioco. Leggi generali, quindi non ad hoc o ad personam.
Ora che la finale di Manchester è finita, e il vincitore esulta, resta la riflessione che il grande filosofo della libertà traeva proprio dal gioco del calcio. E’ una riflessione che si adatta innanzitutto ad alcuni potenti che ieri sera stavano in tribuna d’onore.

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