L’azzardo morale e il costo di non commissariare Alitalia

aprile 27, 2017


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


Al direttore.

Si chiama azzardo morale: se cedi una volta, autorizzi a credere che cederai anche la successiva e con una posta più alta, e così via. Un banchiere centrale che cede di fronte allo speculatore, ha finito di fare il banchiere centrale, non è più in grado di difendere la sua moneta. L’uomo politico che cede a chi ha votato No al referendum dell’Alitalia, ha finito di fare il governante, perché non è più in grado di imporre la propria volontà: perderà in futuro, con posta sempre più alta.

Hai ceduto con i tassisti? Cederai con i piloti. Un ministro si mostra inflessibile? Ci sarà un altro che avrà interesse a essere possibilista. Votare No al referendum dell’Alitalia è scommettere che il governo troverà una soluzione e sarà migliorativa rispetto a quella del piano attuale. Ci sentiamo di dire che è una scommessa irrazionale? Dietro alla questione Alitalia bisogna vedere tutta la serie di cedimenti che essa provocherebbe, nei campi più imprevedibili, e a prezzi sempre più alti. Anche perché non so dove si troverà un caso in cui la resistenza è facile come in questo. Un’azienda che ha perso sempre; che, per dimensione e tipologia, è inadatta a operare nel suo; che non fornisce ai cittadini un servizio insostituibile; un national champion che dà del paese un’immagine negativa, sia ai turisti sia gli investitori. Un’azienda che le ha provate tutte, tutte tranne una: diventare parte di un corpo diverso e sano, che abbia difese adeguate contro le due infezioni che la affliggono: l’uso privato dei partiti politici, i ricatti dei sindacati. Liberarsi di Alitalia: per quanto costi è niente di fronte a quelli che autorizziamo a presentarci.



La risposta del Direttore.
La nazionalizzazione sarebbe un errore imperdonabile, così come sarebbe imperdonabile non saper spiegare la differenza tra una crisi di sistema (le banche) e una crisi non di sistema (Alitalia). Su Alitalia si gioca un pezzo importante dell’identità del nostro paese e un azzardo morale in questo caso non sarebbe solo un vero accanimento terapeutico ma un regalo senza precedenti alla cultura grillina.

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