Caro Direttore,
Alla fine è arrivata! Ero curioso di vedere se il coraggio del buon senso avrebbe prevalso sulla pavida ottusità. Ma quando ho visto la busta verzolina, e il mittente, Comune di Cortina, mi sono dato ancora una volta dell’inguaribile ottimista. Il fatto me l’ero stampato bene in mente: era Capodanno, mezzodì di una giornata di sole. Ero in via Roma, l’amico con cui volevo andare a sciare tardava e avevo messo la mia A3 in testa a una fila di macchine ferme in doppia fila. Stavo armeggiando con la radio, quando alzo la testa e vedo nello specchietto retrovisore un vigile, che sta scrivendo sul suo blocchetto: prima che finisse, metto in moto e mi allontano. Voglio proprio vedere se mi mandano la multa, mi son detto. Me l’hanno mandata.
Il vigile aveva ragione: non si sosta in doppia fila, (anche se, a sottilizzare, è vietata la sosta in doppia fila ma non la fermata, e il vigile mi ha visto fermo solo per il tempo necessario a scrivere metà multa). Non costituivo ostacolo al traffico, via Roma è a senso unico e nella fila di macchine dietro di me ce erano di assai più ingombranti della mia A3. Io ero al volante, bastavan due passi e un tocco sul vetro: se lo scopo era rimuovere l’ostacolo, non elevare una contravvenzione.
La multa è di 58,70 €, grosso modo quanto un giornaliero superski; anche il tempo di chi scrive e quello di chi legge valgono qualcosa. Ma c’è una questione più generale su cui val la pena riflettere, e spendere un po’ di tempo: a che cosa servono i vigili urbani, qual è il loro compito? Regolare la vita cittadina, evitare gli abusi, edilizi, commerciali, fino a quelli minuti della vita del traffico e delle soste, o procurare un gettito supplementare di prelievo fiscale?
Si dà il caso che per il capodanno precedente Cortina fosse stata teatro di un blitz della Guardia di Finanza, che fuori di negozi chiedeva ai clienti esibire gli scontrini, e aggirandosi nei parcheggi degli alberghi annotava targhe di SUV e Ferrari. L’esibizione non fu accolta con entusiasmo dell’amministrazione cortinese, obbiettando non alla liceità del comportamento del pubblico potere, ma alla congruità tra l’azione e il suo scopo ultimo. Perché è contraddittorio fare appello alla coscienza civica dei cittadini, suscitare una naturale adesione alle norme, del codice della strada come del contribuente, e treattarlo da suddito.
“Sudditi” è il titolo di un libro dell’Istituto Bruni Leoni, che illustra le tante distorsioni del rapporto fiscale tra Stato e cittadini ( e imprese): non è proprio un libriccino sottile. Pagherò la multa, non farò ricorso. Ma di quel libro manderò tre copie al sindaco, una per lui, una per il capo dei vigili, e una a chi ha elevato contravvenzione: e, dato che sono un inguaribile ottimista, spero che se lo leggano.
Più una, per ringraziamento, al Direttore che ha pubblicato questa lettera: che saluto con molta cordialità.
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P. Girotto
11 annoe fa
Gentile signor Debenedetti. Leggendo il suo articolo dapprima incuriosito per il titolo, ma poi via via che lo leggevo mi saliva un moto di ribellione, ho appreso che esistono ancora autisti di macchine che si permettono di parcheggiare in II fila. In II fila non e’ permessa neanche la fermata!!! Ho anche appreso che lei cosi facendo svilisce la figura dell’ agente della polizia locale e questo glielo dice un brigadiere dei Carabinieri. Il quale di giorno festivo era comandato dell’ingrato compito di far rispettare la legge in quel di Cortina. E con comportamenti come il suo che in Italia si e’ abbassata la soglia del comune sentire della commissione di un illecito! Io vorrei vederla non tanto distante da quel luogo, ma appena fuori dall’Italia, magari a Villach (Austria) oppure a Poschiavo (CH) fare una cosa del genere? Arriva una macchina con targa civile da cui scende una persona in abito civile che si qualifica e le intima di spostarsi,e successivamente le fa’ la dovuta contravvenzione alle norme che regolano la circolazione stradale. Io penso che lei frequentando le strade di Roma abbia disimparato a guidre, e penso anche che nonostante nessuno le abbia sospeso la patente, qualche lezione di scuola guida, non le farebbe male. Tornando all’articolo in questione,lei pensava di cavarsela cosi sparando nel mucchio ed imitando malamente il suo collega G. A. Stella. Si vede che non abita nel Nord est! Noi almeno se combiniamo una “cazzata” si dice “te la incarti e te la porti a casa”. Il capolavoro poi lo fa nell’ultima parte del suo manoscritto con quel ragionamento contorto che non sta nè in cielo e nè in terra, e citando il rapporto dell’ist. Leoni che sicuramente ha il suo fondamento ma rapportato ad altre realta’ del quale ho avuto la fortuna di leggerne alcuni passi prima che quei dati fossero tramutati in pubblicazione. Concludendo noi comuni cittadini siamo stufi! Dei comportamenti come il suo! E esattamente per questo che il M5S aumenta i suoi consensi in modo esponenziale, e le assicuro che per adesso con un atto di fede ho dato il mio voto ad altro schieramento.
Cordialmente suo P. Girotto
Andrea Nobili Tartaglia
11 annoe fa
Gentile professore, se i destinatari del volume lo leggeranno, buon per loro: leggere male non fa. Scrivere sì, ma mi arrischio. Credo che il brigadiere abbia ragione in linea di fatto e di principio. Il primo a sentirsi suddito è chi se la svigna mentre il vigile scrive: il cittadino scende e, se li ha, espone motivi fondati o giustificazioni plausibili al suo comportamento. Anch’io vivo a Roma e in 25 anni ho imparato che soste come quelle da lei descritta sono banali mezzi di autodifesa. Un paio di minuti per sistemare la radio saranno brutti, ma almeno non ci si distrae alla guida.
Quello che ha un po’ ‘anestetizzato’ il senso civico richiamato dal brigadiere è sicuramente il caos di Roma. Epperò anche l’autodifesa ha toccato vette inimmaginabili. Se posso capire una sosta vietata davanti a una farmacia, per un’urgenza vera o presunta che comunque genera ansia, sono intollerabili quelle davanti ai bar dove c’è sosta con parcometro (fatte perché gli ausiliari del traffico non possono multare fuori dalle strisce blu). Così com’è intollerabile quella di un mio amico che si lamentava di una cena al ristorante il cui costo era stato raddoppiato da una multa per sosta in doppia fila.
Nel caso in questione, il vigile avrebbe potuto essere cortese e bussare al vetro, il multato avrebbe potuto scendere e spiegarsi per evitare il verbale. In ogni caso, il primo ad esser suddito è proprio lui.
Dolorosamente,
Andrea Nobili Tartaglia
Franco Debenedetti
11 annoe fa
Gentile Brigadiere Girotto,
la sua lettera sulle prime mi ha stupito.
Scrivo “Il vigile aveva ragione: non si sosta in doppia fila”. E cosa vuole che dica di più?
Pago la multa: che altro vuole che faccia?
Rinuncio a disquisire tra sosta e fermata, è forse questo che scatena la sua reprimenda?
In tal caso mi consenta di ricordarle che è il Codice della Strada( art. 157) a distinguere tra arresto (interruzione della marcia del veicolo dovuta ad esigenze della circolazione) fermata (temporanea sospensione della marcia anche se in area ove non sia ammessa la sosta, per consentire la salita o la discesa delle persone, ovvero per altre esigenze di brevissima durata, con conducente presente e pronto a riprendere la marcia) sosta (sospensione della marcia del veicolo protratta nel tempo, con possibilità di allontanamento da parte del conducente). Aggiungendo che non solo durante la sosta, ma anche durante la fermata è fatto divieto di tenere il motore acceso.
La Corte di Cassazione, 22 agosto 2006, n. 18257, ha stabilito che non sussiste la violazione dell’art. 158 comma 2, lett. c) c. strad. (divieto di sosta di veicolo in seconda fila) qualora un veicolo si sia fermato con il motore acceso in doppia fila. “Assumeva il ricorrente, scrive la Corte, di avere effettuato solamente una fermata e non una sosta in quanto con il motore ancora acceso aveva precisato sin dal momento della contestazione di essersi momentaneamente fermato senza per ciò porre in essere alcuna infrazione. Il giudice del merito ha dato per incontroverso quanto risultava in atti […] Correttamente, pertanto, in sentenza è stato ritenuto che si sia trattato di una semplice fermata e, conseguentemente, anche se implicitamente ma non per questo meno chiaramente, che non si poteva trattare di sosta atteso che, a norma dell’art 157 C.d.S. per sosta si intende la sospensione della marcia del veicolo protratta nel tempo con possibilità di allontanamento da parte del conducente”.
E’ bensì vero che io avevo il motore spento. E’ però da considerare che dopo il 2006 si sono diffusi dispositivi di spegnimento automatico del motore in caso di fermate anche brevissime, e che molti automobilisti hanno preso l’abitudine di fare manualmente l’operazione ecologica che vetture più moderne fanno automaticamente.
La sua lettera è postata sul mio sito: chi crede può dissentire o concordare sulle considerazioni sue e mie. E ragionare se ad alimentare la protesta populista valga più il comportamento del vigile o la denuncia che ne faccio, se gli argomenti che porto vaghino per il cielo o se stiano pesanti sulla terra, si può discutere. Lei se ne dichiara “stufo” e mi dispiace: devo però dirle che in questo non ho nessuna intenzione di accontentarla.