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Archivio per il Tag »stato«

→  maggio 15, 2021


“Il ritorno dello Stato” è quest’anno il titolo del Festival dell’Economia di Trento. Per il suo direttore scientifico Tito Boeri, l’uscita dall’emergenza è l’occasione “per analizzare cosa è accaduto in un anno che ha visto lo Stato esercitare un ruolo primario nella vita dei cittadini”. Una ventina delle conferenze ne trattano in modo esplicito, da “Il ritorno dello Stato e la fine del neoliberismo” di Joseph Stiglitz, al – si licet parva – “Fare profitti, etica dell’impresa” del sottoscritto.

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→  marzo 26, 2020


“È dagli anni ’80 che lo Stato si sente dire che deve mettersi sul sedile posteriore e lasciare il volante in mano alle imprese, lasciarle libere di creare ricchezza, intervenendo solo per risolvere i problemi quando emergono”. Così Mariana Mazzucato su Repubblica.
È da sette anni che la professoressa ci vuole convincere che Internet non l’hanno fatto migliaia di imprese e milioni di inventori, ma un organismo della difesa americana per avere un sistema comunicazione a prova di bombe; oppure che lo schermo touch è frutto dello stato imprenditore perché chi lo ha inventato stava studiando grazie a una borsa di studio pubblica.
Il suo strabismo non le consente di vedere che il PIL mondiale “dagli anni 80” è cresciuto 5 volte, che la quarta rivoluzione industriale e la seconda globalizzazione hanno tratto dalla miseria estrema più di un miliardo di esseri umani, di constatare che oggi “Capitalism, Alone!”: come dice Branko Milanovic, ci sono solo il capitalismo liberale-meritocratico in Occidente, e il capitalismo politico in Cina e dintorni.

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→  marzo 3, 2020


Buona o cattiva che sia l’idea dello stato imprenditore, in Italia l’insana idea ha dato il peggio di sé

Giuseppe Conte ha inserito Mariana Mazzucato nel suo staff in qualità di consigliera: per pensare a un rilancio dell’economia, dice. Dopo il premier protettore che blocca aerei e chiude chiese, dopo il premier taumaturgo che, giorno e notte, dalla Protezione civile, dirige e indirizza prelievi e quarantene, sarà la volta del premier innovatore che trascina l’Italia fuori da una crisi che potrebbe diventare disastrosa? E’ nota la teoria di Mariana Mazzucato, enunciata in un libro di invidiabile successo: l’imprenditore più audace, l’innovatore più prolifico, il finanziatore più lungimirante è lo stato.
L’i-phone, il touch screen, la nanotecnologia, il Gps, le tecnologie rivoluzionarie della nostra epoca non sono che lo sfruttamento commerciale di idee originate in strutture statali o grazie a finanziamenti pubblici. Altro che “insana idea della politica industriale” dei suoi detrattori: il suo “stato innovatore” è “virale”, diffuso in tutto il mondo. Chi meglio di lei, deve aver pensato Conte, può aiutarci a uscire dalle conseguenze dell’epidemia da coronavirus? Apparentemente, una scelta perfetta. Altro che il Piacentini che Renzi aveva sottratto alla Apple per provare a digitalizzare la Pubblica amministrazione: la Mazzucato è il simbolo dell’interventismo, la rabdomante delle innovazioni, l’aquila dello sguardo lungo, il Pindaro dell’investitore paziente: chi meglio di lei per motivare le burocrazie nostrane e rassicurare i capitali stranieri? E, per parlare in prosa, chi meglio di lei per tenere a bada un’irrequieta maggioranza, divisa su quasi tutto, ma, dai Cinque stelle al Pd (per non parlare di LeU), compatta nel pretendere l’intervento dello stato? Perfino Renzi: Openfibre chi l’ha inventata?

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→  novembre 14, 2018


Una “proxy fight” quale da noi si vedono poche, aiutata da un provvidenziale intervento dello Stato, quali da noi se ne vedono molti, spodesta l’azionista di maggioranza relativa; ma nomina amministratore delegato la stessa persona che questi aveva designato. Che però, dopo pochi mesi, non gode più del consenso della nuova maggioranza che pertanto il 13 novembre gli ritira le deleghe.. E’ possibile che si vada a un nuovo confronto da cui esca un’altra governance.

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→  ottobre 27, 2018


La cessione di Marelli

Come non è lo Stato ad avere ricchezze proprie ma sono i cittadini a possederle, così non è lo Stato ad avere interessi propri ma le strutture che essi creano per gestirle, tipicamente le aziende. Sono loro che possono decidere che cosa fare dei propri beni, vendere o comprare, tutto o parte: primo perché questo è il significato di diritto di proprietà, secondo perché il proprietario dispone di maggiori informazioni di chiunque altro per decidere sul da farsi. Sembra dimenticarlo chi giudica operazioni societarie sulla base di un astratto, perché ideologico, interesse del Paese, senza neppure capire quali sono gli interessi concreti delle parti in causa. A volte, può bastare un minimo di analisi: come nel caso Marelli.

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→  agosto 28, 2018


Garantire la sicurezza dei cittadini è compito primario dello Stato: a Genova vi è venuto meno. Il governo deve quindi ricercare le cause, per rimuoverle ed evitare che simili disastri possano ancora accadere, magari altrove; deve accertare le responsabilità e sanzionare le colpe; deve esigere la ristorazione dei danni provocati. Deve farlo rapidamente e credibilmente, perché a Genova è venuta meno la fiducia nello Stato, e già questo è un danno per il Paese.

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