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→  aprile 15, 2015


Sir,
No doubt, “if Greece does fall out of the euro, it will also fall out of Europe”, as Philip Stephens writes (“Europe faces more than a Greek tragedy”, April 10). No doubt, “the failure of the euro would mark the failure of Europe”. But there is no link between the two statements, namely that Greece falling out of the euro marks the failure of the euro. This would be the case should it happen for economic reasons: too high the cost, too vague the reforms, too big the risk. As a consequence the euro would not be perceived any more as a monetary union, but as a fixed exchange rate area, the markets would soon attack the weakest countries, the spread would rise, sooner or later there would be a second Greece.

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→  marzo 15, 2015


Intervista di Pietro Vernizzi

Secondo l’istituto di ricerche Prometeia, nel 2015 il quantitative easing produrrà un effetto benefico sul Pil italiano dello 0,6%, pari cioè alla quasi totalità delle crescita che entro fine anno è calcolata per lo 0,7%. Stando all’elaborazione del centro studi gli impieghi degli istituti di credito aumenteranno sia verso le imprese (+20 miliardi di euro) sia verso le famiglie (+13 miliardi). L’intervento della Bce abbasserà ulteriormente il rapporto euro-dollaro, stabilizzandolo a quota 1,05-1,10, e, abbassando ulteriormente i tassi d’interesse, dovrebbe indurre maggiore propensione agli investimenti. Ne abbiamo parlato con Franco Debenedetti, commentatore politico, imprenditore ed ex senatore.

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→  gennaio 5, 2015

RADIO1 RAI, Bianco e Nero, con Massimo Mucchetti

Il governo ha deciso: salverà l’Ilva di Taranto, la risanerà con un investimento da 3 miliardi per poi venderla. Ma è giusto che sia ancora la mano pubblica, dunque il contribuente, ad intervenire?

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→  novembre 29, 2014


Intervista di Matteo Rigamonti

«Le riforme strutturali veramente utili a rilanciare la ripresa, ma soprattutto a “costo zero” per la collettività, sono le liberalizzazioni». Ne è convinto Carlo Stagnaro, coordinatore del gruppo di lavoro dell’Istituto Bruno Leoni che ha curato l’Indice delle liberalizzazioni 2014, presentato a Roma giovedì scorso alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. «Ciò che emerge con chiarezza dallo studio è che l’Italia non è certo tra i primi paesi d’Europa per grado di apertura alla concorrenza», spiega Stagnaro a tempi.it, «ma quel che è più preoccupante è che ciò avviene contemporaneamente al fatto che siamo, forse, il paese che sta facendo più fatica tra tutti quelli dell’Unione Europea a uscire dalla crisi; ciò a motivo di una somma di ragioni e di ritardi, di cui la scarsa concorrenza non è che uno tra i tanti».

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→  novembre 21, 2014


Caro Dago,

e voi pensate che uno come me, per far sapere a chi lo ignorasse che ha una casa a Dobbiaco, se ne va nelle Langhe vestito alla tirolese?
Vi perdono solo perché mi avete scambiato con l’amico Paolo Pejrone, il grande architetto di giardini, lui si elegantissimo nel suo vestito tirolese bordato di rosso.

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→  novembre 4, 2014


Intervista di Pietro Vernizzi

La banca del Giappone ha deciso di immettere nuovi quantitativi di liquidità nel sistema, e l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso a + 4,83%. Ma mentre il Pil Usa registra il +3,5%, la politica monetaria del Giappone negli ultimi mesi non ha prodotto risultati soddisfacenti. In settembre la spesa delle famiglie è scesa del 5,6% rispetto allo stesso mese del 2013 e il tasso di disoccupazione è salito al 3,6%. Ne abbiamo parlato con Franco Debenedetti, commentatore politico, imprenditore ed ex senatore.

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