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→  agosto 6, 2020


È appena uscito in libreria “Contro il sovranismo economico” di Alberto Saravalle e Carlo Saravalle che ci sarebbe da aggiungere un nuovo capitolo: infatti da ieri siamo entrati nel feudalesimo economico. Con i tribunali del popolo presieduti da Danilo Toninelli e il seguito della vicenda autostrade, era stato chiaro a tutti che il sovrano dispone degli asset di una società privata come meglio crede, se del caso espropriando, designando il nuovo proprietario (pubblico), riservandosi il diritto di approvare i soci che questi sceglierà. Ieri, con la lettera a firma dei Ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli in cui si chiede a TIM di sospendere la firma dell’accordo con il fondo USA KKR, si segnala che il vassallo deve non solo rispettare la volontà del feudatario, ma attendere finchè questi abbia avuto il tempo per formare la sua volontà: una sorta di jus primae noctis societario.

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→  luglio 16, 2020


Cdp non dispone di risorse specialistiche sulla gestione del rischio e anzi viene ad avere lo stesso conflitto di interessi tra fare profitti e fare manutenzione che veniva imputato ad Atlantia

Roma locuta, causa finita? Non proprio, anzi c‘è il rischio che nella “soddisfazione generale” per l’accordo su Autostrade, resti insoluta la questione principale, che non è più quella economica, su cui pare si sia raggiunto l’accordo.

Di grandi disastri, non dovuti a cause naturali, ne sono capitati altri, penso alla Exxon-Valdez, o alla Deepwater Horizon, e prima al Bhopal. Tutti sono riconducibili a una inadeguata valutazione del rischio: ormai si è imparato che la prima cosa da fare, oltre a contenere o rimediare ai danni, è rivedere come e da chi nell’azienda viene accertato il rischio, e a che livello delle strutture gestionali e societarie vengono portate le relative segnalazioni. Questo è quello che l’azionista avrebbe dovuto fare e il governo pretendere da subito.

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→  luglio 14, 2020


Stasera il Consiglio dei ministri dovrebbe prendere le sue determinazioni sulla vicenda del crollo del ponte Morandi. Se lo faranno, sarà il punto finale di una catena decisionale, fatta di anelli uniti l’uno all’altro, dove ogni anello rappresenta una decisione, una scelta. La catena (per adesso) è fatta da tre anelli, tre passaggi, ciascuno con scelte binarie (bianco o nero), ciascuno con il suo potenziale responsabile (in buona o cattiva fede), ciascuno con il suo giudice competente (a Roma o a Strasburgo).

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→  giugno 23, 2020


Quella che per lui sarebbe una pars construens, fare un’unica società della rete in fibra ottica, in mano pubblica, e rinazionalizzare Tim, ne è invece la pars destruens di una delle poche grandi aziende del Paese

Beppe Grillo non è mai stato tenero con Telecom Italia: intorno al 2010 ne frequentava le assemblee; una sera Santoro mi invitò ad Annozero per discutere con lui di una questione di immobili che l’incumbent di telecomunicazioni stava vendendo. È quindi con una certa sorpresa che si è letto la sua accusa, anzi condanna, com’è nel suo stile, contro Open Fiber, il concorrente creatole da Renzi nel 2014.

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→  maggio 9, 2020


di Franco Debenedetti e Natale D’Amico

“Sui tamponi bisogna cambiare strategia, aumentando il numero di test”. A dirlo è Gianni Rezza il direttore di infettivologia dell’Iss dopo la diffusione dell’appello per tamponi di massa lanciato il 5 maggio da Andrea Crisanti, Luca Ricolfi, Giuseppe Valditara e sottoscritto dai professori di Lettera 150. E questo non solo per la fase 2, ma in generale: perché, aggiunge Rezza, “il Veneto ha fatto molto bene, ha fatto molti tamponi sul territorio: va fatto così in tutta Italia. Bisogna fare tamponi anche ad asintomatici e contatti stretti”.

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→  aprile 30, 2020


C’è nell’aria odor di soldi, come mai prima d’ora: Recovery Fund, BCE, Banca d’investimento europea, SURE MES. Mariana Mazzucato confida a Repubblica il suo entusiasmo: “Ora uno Stato imprenditore, che decida dove investire! E’ l’occasione che abbiamo per trasformare l’economia italiana”. E poiché, fa osservare, è questa la ragione per cui Conte l’ha chiamata a febbraio” e poi, aggiungiamo noi, ha detto a Vittorio Colao di metterla nella sua task force, le appare l’occasione della sua vita: lo stato imprenditore, e con tanti soldi! E tutti soldi liberi, senza condizionalità, anche quelli­­­­­­­­ del MES, che ci han pensato gli amici dei Cinque Stelle a fargli l’esame del sangue, e se ne trovavano una traccia facevano cadere il governo. Arrivati che saranno in cassa, ci penserà lei a mettere le condizionalità. Le aziende “prima le si aiuta, mettendo le clausole che rispetteranno, per esempio come e su che cosa investiremo”: poi ci sarà lo Stato “che agisce in simbiosi con le imprese, indirizzando e coordinando investimenti e iniziative e che dimostra di avere una strategia, una visione di quale economia viviamo”.

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