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→  febbraio 8, 2002


I massimalisti alla guida?
Almeno saranno chiare le colpe della prossima sconfitta

Non si può per lunga tradizione corteggiare gli intellettuali adornando cortei, palchi e appelli, per poi fare spallucce dicendo “che volete, è solo un cinematografaro” quando prendono la parola in piazza e sostengono tesi sgradevoli. Per questo, mi pare abbia poco senso usare le citazioni del Moretti regista contro il Moretti oratore di piazza Navona. Badiamo alla sostanza.
La ricetta politica che Moretti ha proposto – tornate all’union sacrée da Dini e Di Pietro a Bertinotti – gode di vasta cittadinanza in una parte del centrosinistra. Non la condivido, ma non mi scandalizzo. Piuttosto, Moretti è stato utile nel rivelare che ciò che lo angustiava – siete divisi, non vi capiamo – è clamorosamente vero.

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→  febbraio 8, 2002


I leader della sinistra e chi li fischia

Tocca una corda sensibile Mario Deaglio quando accusa i politici di sinistra di aver perso contatto con la realtà sociale di un paese che è cambiato sotto i loro occhi.
E’ solo perché ha smesso di ascoltare gli intellettuali, di por mente alle analisi che essi, dal primo Sylos a Fuà ad Accornero, solo per ricordare quelli menzionati da Deaglio fornivano con preveggente puntualità? Non credo che sia mancata la capacità di ascolto; anzi spulciando negli archivi probabilmente si troverebbe traccia dei convegni in cui quegli studi saranno stati presentati e dibattuti magari da politici ancor oggi sulla breccia.
Perché non li hanno messi in pratica?

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→  febbraio 4, 2002


Sinistra italiana in crisi, laburisti col vento in poppa:
il nuovo libro di Giddens, padre della Terza via

Mentre l’Ulivo si contorce in una crisi di identità e di strategie, diventa particolarmente attuale ascoltare la voce di quelli che, a sinistra, hanno vinto.


«La nuova socialdemocrazia si occupa prioritariamente delle condizioni necessarie per raggiungere il successo elettorale», dice Anthony Giddens, nel suo ultimo libro; Where now for New Labour? (Polity Press, The Fabian Society). Ma quanti nella sinistra italiana sarebbero disposti a sottoscrivere senza riserve questa affermazione? Quanti invece avrebbero timore di perdere i valori identitari della sinistra, vittime del «mito dell’incoerenza»?

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→  febbraio 2, 2002


Intervista di Dario Di Vico

«Al prossimo consiglio di amministra­zione della Rai va affida­to un mandato esplicito di studiare e mettere a punto un progetto di pri­vatizzazione della tv di Stato. Questo è il modo per fare un passo in avan­ti e lasciarsi alle spalle di­battiti puramente ideolo­gici». Il senatore diessi­no Franco Debenedetti sta seguendo con atten­zione lo sviluppo del di­battito sugli assetti del sistema radio-televisivo e pensa che la sinistra debba avere l’ambizione di giocare un ruolo attivo nel processo di privatiz­zazione.

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→  febbraio 1, 2002


Lettera al Direttore dell’Espresso
sulla questione RAI

Caro Direttore,

di fronte al rullo compressore messo in atto dal governo nell’attuare il suo programma, ogni giorno appare più grave la mancanza di chiarezza su programmi e strumenti del centrosinistra a quasi 9 mesi dalle elezioni. Si riproducono gli errori della passata legislatura: allora Rifondazione che fa cadere Prodi, la lotta tra centro e sinistra che affossa D’Alema e blocca la candidatura di Amato a leader; oggi l’antipatia per D’Alema, la velleità della Margherita di mettere sotto i DS che fanno esplodere l’incidente sull’indicazione di D’Alema alla Convenzione europea.

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→  gennaio 24, 2002


Lettera aperta su “L’Unità” del 24 gennaio

Caro Direttore,

sovente dal suo giornale partono attacchi a chi, nella sinistra, non condivide la linea politica dell’attuale direzione dell’Unità. Quello contenuto nel fondo di domenica (” Il dogma della infallibilità di Berlusconi”), autorevole per firma ed esemplare per metodo, merita qualche considerazione.
Partito dalle critiche a Berlusconi e al suo governo, dopo mezza colonna, il suo editoriale “estende” l’attacco “anche a deputati e senatori dell’opposizione”: sarebbero soggetti a “un’egemonia che si espande a sinistra”; anziché opporsi alla destra, inviterebbero la sinistra a “fare come loro” e quindi, a forza di imitazione, diventerebbero “come loro”. “Inavvertitamente”, ha la bontà di aggiungere. Non più traditori, dunque, ma utili idioti: il magazzino offre una varietà di strumenti.

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