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→  giugno 20, 2001


Conti pubblici

Una questione complicata” ha definito il Presidente del Consiglio il possibile aumento del deficit di cui si e’ fatto gran parlare nei giorni passati. L’espressione, riferita a un paese come il nostro con un debito di 2.500.000 miliardi, è sicuramente un understatement, che però gli ha permesso di rinviare di affrontare una questione spinosa. Che, tra aumento delle spese sanitarie delle regioni, minori gettiti da capital gain, rallentamento della crescita, questo “buco” ci sia, lo ammettono ormai anche diversi esponenti della vecchia maggioranza.

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→  marzo 27, 2001


Al direttore.

“Mediaset non è stata mili­tarizzata” nota il primo editoriale del Foglio di sabato 24 marzo “nessun giornalista si è infila­to nei suoi programmi per rovesciare sull’oppo­sizione accuse da ergastolo”. Di solito, l’opposi­zione dell’opposizione la si chiama maggioran­za. Resta il dubbia se l’insolita locuzione sia un fenomeno di “Alltagslebens”, dunque rivelazio­ne di involontario auspicio, risonanza di vibra­zioni sondaggistiche, o non piuttosto perfida ra­diografia dell’ossatura

→  novembre 9, 2000


La politica estera sta occupando il centro del dibattito politico. Perché succedesse, ci volevano le guerre, quella fredda o quelle calde, nel Golfo o nei Balcani. Sull’Europa di solito si registrano da noi consensi quasi unanimi. Invece proprio i temi europei sono en­trati di prepotenza in questa lunghissima campagna elettorale. Al punto che oggi il problema non è tanto se sia possibile arrivare a un compromesso, ma addirittura se sia opportuno provarci.

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→  dicembre 1, 1994


Quanti rimproverano all’opposizione di non essere abbastanza incisiva e sue proteste e precisa nelle sue proposte, in una parola di non esserci, troveranno alimento alle loro accuse constatando che una nuova opposizione c’è, ed è tra le stesse forze che sosten­gono il governo: sempre più spesso la maggioranza dimostra di voler ricoprire entrambi i ruoli. Così l’opposizione, quella vera, si trova a confrontarsi con un bersaglio mobile, col rischio di esse­re scavalcata dai repentini ripiegamenti e ripensamenti della maggioranza stes­sa. Come se non bastasse, ogni giorno l’opposizione si vede offrire nuovi argo­menti di scontro.

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→  ottobre 11, 1994


Il ritorno a temperature incandescenti di nodi istituzionali di fondo di questo governo non deve far distogliere l’attenzione dai problemi economici, e quindi dalla legge finanziaria. Altri problemi incombono: conflitto di interessi, Rai, inchieste giudiziarie; ma intanto questa finanziaria appare di importo adeguatamente severo da meritarsi il plauso del Fmi, e da levare vento dalle vele di chi aveva predicato il rigore; ponendo mano a un insostenibile modello previdenziale, provoca ‘l’errore dovuto’ dello sciopero generale, induce il sindacato a scoprire il fianco di alcune pratiche consociative e a intaccare il patrimonio di anni di moderazione; formalmente mantiene la promessa di non introdurre nuove imposte, limitandosi a prorogarne di vecchie; ricorre largamente al condono.

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→  giugno 22, 1994


E’ noto da tempo che le preferenze politiche non si dispongono lungo una linea, ma che occupano uno spazio che contiene anche altre direttrici: con qualche rozzezza semplificatoria possiamo immaginare un asse innovazione-conservazione in tradizionale destra-sinistra. La prima polarità è dotata oggi di un potenziale di attrazione assai maggiore dell’altra. Le forze progressiste apparivano ancora a dicembre ’93 posizionate sull’asse dell’innovazione: è successo che con la famosa ‘discesa in campo’ di Berlusconi, in pochi mesi il cosiddetto polo delle libertà è riuscito a occupare prepotentemente il quadrante dello spazio delle preferenze politiche. Questa, e non l’alleanza con Rifondazione, è la vera causa della sconfitta elettorale dei progressisti.

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