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Archivio per il Tag »open fiber«

→  novembre 26, 2021


Strategicità della rete unica? Parliamone. Imporre lo spezzatino sarebbe un segnale pessimo per il paese

“Franco, ho convinto Bertinotti: la vendiamo tutta!”. La voce al telefono è quella di Carlo Azeglio Ciampi, e ciò di cui parla è Stet, poi Telecom Italia, oggi Tim. Allora si discuteva se il governo dovesse tenere una quota dell’azienda, e “tutta” voleva dire il 100 per cento delle azioni. Oggi “tutta” ha un altro significato, tutto quanto c’è nel perimetro aziendale di Tim S.p.A. Gli statalisti che allora volevano che il governo conservasse una parte delle azioni, oggi vorrebbero che prendesse un pezzo di azienda. Quando la parola ha cambiato significato?

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→  marzo 25, 2021


Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione». È Mario Draghi a dirlo, il 17 febbraio, nel discorso in cui chiede la fiducia al Senato. E a quanti credono che il mercato assicuri prosperità ai Paesi e libertà ai loro cittadini si è allargato il cuore: per un governo che «nasce nel solco dell’appartenenza all’Unione Europea», il valutare «con attenzione» può solo voler dire, se non ridurre, almeno non aumentare il «perimetro dei suoi interventi» che già fa dell’Italia un’anomalia in Europa. E invece sull’agenda dell’esecutivo incombono due problemi di tale portata che, se dovessero portare a ulteriori ampliamenti dei perimetro di intervento dello Stato farebbero dell’anomalia un’alterità. Si tratta della rete a banda ultra larga, e delle autostrade. Parafrasando Indro Montanelli, in questo articolo si parla solo del primo.

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→  novembre 25, 2020


Intervista di Gianluca Zapponini a Franco Debenedetti

L’economista e saggista a Formiche.net, dopo la lettera del governo a Enel affinché acceleri sul disimpegno in Open Fiber. Mossa legittima, lo Stato è azionista di riferimento del gruppo elettrico, mentre nell’ex Telecom è solo uno dei soci, per giunta indirettamente visto che figura Cdp. E poi la cessione della quota a Macquarie non è un danno per nessuno. Anzi…

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→  settembre 11, 2020


Open Fiber al mio articolo del 8 settembre 2020

Nonostante sia da sempre un grande appassionato dell’operato di Open Fiber, Franco Debenedetti ancora una volta dimostra di non avere un’idea chiara dei numeri che la riguardano, confondendo case connesse con attivazioni e ignorando – o forse tacendo – del ricalcolo sui comuni delle aree bianche avvenuto d’intesa con Infratel al fine di riflettere la situazione rinvenuta sul campo. Riguardo alle presunte difficoltà o fallimenti di Open Fiber, lo rassicuriamo e anzi forniamo qualche dato più aggiornato per eventuali ricostruzioni future: con oltre 9 milioni di unità immobiliari connesse, Open Fiber è il terzo operatore FTTH in Europa dopo Telefonica e Orange e il primo tra gli operatori wholesale only del continente. In effetti, considerati gli oltre ioo operatori (tra cui tutti i principali tranne TIM) che hanno scelto di utilizzare la rete di OF e le dichiarate manifestazioni di interesse ad acquisire l’azienda o quote di essa, per descrivere scenari come quelli ipotizzati dal prof. Debenedetti è necessario un certo esercizio di fantasia.

Andrea Falessi – Responsabile Relazioni Esterne Open Fiber


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→  agosto 29, 2020


Se non varrà la legge di Murphy, cioè se TIM manterrà il controllo della rete, con un’importante poltrona di rappresentanza per Open Fiber, avremo finito di mangiare, come da cinque anni a oggi, fibra e ideologie. Ne ho contate cinque: del ritardo nella banda larga; del rischio di sprecare investimenti; della superiorità di una tecnologia; del pregiudizio contro le reti verticalmente integrate; dei fallimenti di mercato.

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→  agosto 23, 2020


Caro Direttore,
che l’on.le Delrio ricordi con nostalgia “le esperienze” fatte durante il governo Renzi con il piano BUL (banda ultra larga) è comprensibile. Del tutto incomprensibile dedurne che “lo Stato debba avere il controllo completo della rete”: il piano BUL diceva infatti il contrario.

Diceva che lo Stato destina risorse economiche in zone a fallimento di mercato, poi identificate in aree disseminate in oltre 7000 Comuni, svincolandole dalla rete di TIM, ritenendo di usare i cavidotti Enel. C’è chi dice che i tre bandi di gara che seguirono fossero pensati per Enel-Open Fiber, che effettivamente li vinse. Numerosi gruppi privati espressero interesse e, se avessero vinto, ora ci troveremmo di fronte a una serie di reti private. Evidentemente la rete unica non era nei piani.

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