→ Iscriviti
→  gennaio 22, 2015


La sconfitta dei privilegi

“Alle banche popolari quotate servono regole per un controllo più efficace dell’operato degli amministratori, un maggiore coinvolgimento degli azionisti in assemblea anche mediante deleghe. Come ho già osservato in passato, un intervento legislativo è necessario. La sconfitta dei privilegi con la riforma delle Popolari e modifiche statutarie, che pure abbiamo sollecitato, non possono essere risolutive”. Era il 3i maggio 2011, e a dirlo era Mario Draghi, allora Governatore della Banca d’Italia.

leggi il resto ›

→  settembre 4, 2014


Dall’imprevedibilità viene la spinta a innovare, più che dai dirigismi

Per riformare «non basta dire no» – ai no a eliminare l’articolo 18, a ridimensionare l’obbligatorietà dell’azione penale, a privatizzare i servizi dei comuni. Bisogna ottenere il sì di chi chiede interventi che valgano a farci uscire dalla stagnazione. E per il riformatore può perfino essere più facile isolare i no che prospettano i disastri che altrimenti si produrrebbero, che rispondere ai sì, e ottenere i miracolosi risultati che ci si aspetta dall’adozione di certe politiche. Tra queste una delle favorite è la «politica industriale».

leggi il resto ›

→  agosto 27, 2014


C’è una deriva macro, in Italia e dintorni. (Sarà perché i fattori “macro” non richiedono riforme strutturali?). L’idea che questa sia una crisi da domanda, che a provocarla siano l’austerità e l’idolatria del pareggio di bilancio; che queste abbiano prodotto anche la sopravvalutazione dell’euro, mentre solo la sua svalutazione varrebbe ad annullare lo svantaggio competitivo accumulato; che per far ripartire la crescita basterebbe che la Bce comperasse senza sterilizzarli i debiti emessi superando il 3%; che un taglio secco del debito ci permetterebbe di trovare nei bilanci pubblici le risorse per politiche espansive. In vista di Jackson Hole, interventi in questo senso si erano moltiplicati quasi ad avanzare suggerimenti e anticipare sostegno a quello che i banchieri centrali avrebbero potuto dire. È successo che invece Janet Yellen e Mario Draghi mettessero al centro dei loro interventi un tema tipicamente “micro”, la disoccupazione strutturale: come misurarne l’entità, comprenderne la cause, combatterne gli effetti.

leggi il resto ›

→  aprile 11, 2014


Siamo in deflazione? “Come sempre, la risposta di Mario Draghi è stata delfica” commenta il Financial Times: i tassi rimangono dov’erano e le nuove politiche monetarie non convenzionali restano nel cassetto, però la Banca centrale europea è unanime nel riconoscere la necessità di rispondere adeguatamente ai rischi di un periodo troppo lungo di bassa inflazione.

leggi il resto ›

→  febbraio 11, 2013


Intervista di Pietro Vernizzi

Per il governatore Ignazio Visco, la Banca d’Italia “deve poter valutare compiutamente l’idoneità dei manager delle banche, nel rispetto di criteri di trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa”, fino al diritto di sostituire i manager incompetenti assunti dalle banche. Il numero uno di Palazzo Koch, intervenendo all’assemblea Assiom-Forex, ha sottolineato che via Nazionale “deve poter intervenire efficacemente nei casi in cui, sulla base di fondate evidenze, ritenga necessario opporsi alla nomina di esponenti aziendali o rimuoverli.”
Ilsussidiario.net ha intervistato Franco Debenedetti.

leggi il resto ›

→  settembre 8, 2012


Al Direttore.

Supponiamo che Draghi avesse annunciato la Outright Monetary Transaction a novembre. Sarebbe iniziato il processo volto a definire le “condizionalità”, cioè gli impegni atti a conseguire il pieno aggiustamento macroeconomico oppure ad attuare le misure correttive richieste dal programma preventivo dell’Efsf. Intanto i mercati avrebbero reagito positivamente, lo spread sarebbe diminuito, nel generale entusiasmo sarebbe migliorato anche il clima politico nella maggioranza: è ipotizzabile che le dimissioni di Berlusconi non ci sarebbero state.

leggi il resto ›