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Archivio per il Tag »L’Europeo«

→  febbraio 1, 1995


È diventato un luogo comune contrapporre la performance delle aziende italiane, l’andamento della cosiddetta economia reale, a quello degli indicatori macroeconomici della nostra economia, in primo luogo l’andamento del cambio e il differenziale dei tassi di interesse. Conviene tuttavia aver sempre presente la natura assolutamente eccezionale delle circostanze che hanno reso possibile la vigorosa ripresa dell’attività industriale: sul lato internazionale, una vivace congiuntura in una situazione non inflazionistica e, sul lato interno, la dinamica salariale bloccata dagli accordi del ’93 e del ’94.

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→  novembre 1, 1994


Col maggioritario il voto è diventato mobi­le; ridottosi il potere delle segreterie dei partiti, è diminuito il valore dell’appartenen­za; diventa determinante la figura del leader, che riverbera su tutta la formazione politica la luce della sua notorietà. Viviamo una si­tuazione di transizione: accanto a Forza Ita­lia, tutta identificata con il suo leader, convi­vono le forze ancora organizzate come partiti che ritengono di essere meno toccate dal pro­cesso di mobilizzazione dell’elettorato. Per i popolari. la loro anomala collocazione, rinvia ad una probabile instabilità. Paradossalmen­te, è proprio l’area di sinistra-centro, da cui più forte è venuta la spinta al cambiamento verso il maggioritario, quella che meno ha sa­puto darsi un’organizzazione coerente con il nuovo sistema: né partito tradizionale, né mo­vimento illuminato da un leader. E la strategia di tutta l’opposizione dipende dal proble­ma di dare unità e peso a quest’area.

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→  settembre 21, 1994


Rileggere James Buchanan, in questa estate torrida e inquieta, fa l’effetto di una fresca brezza di montagna. La cronaca riporta di un’attività politica il cui scopo precipuo pare essere quello di infiammare i conflitti; Buchanan offre la sua teoria della politica come processo attraverso cui risolvere i conflitti individuali. Rispetto a tanto disordinato vociare, i suoi scritti consentono di comporre un ideale controcanto: di cui ognuno può facilmente scoprire i riferimenti, fin dalla citazione iniziale. Come è noto, è l’individuo il centro del pensiero del premio Nobel 1986 per l’economia: «Le procedure democratiche non sono correlate alla ricerca di un fine della politica astratto ed esistente indipendentemente dagli individui che compongono la comunità».
Gli individui operano nella società prendendo decisioni, facendo scelte: mediante i meccanismi del mercato e del voto. Se gli individui sono razionali e informati, e se operano all’interno di regole, le loro scelte sono per definizione ottimali. Nel senso (tecnicamente si dice paretiano) che ogni scelta differente di qualcuno darebbe luogo a una situazione meno favorevole per qualcun altro.

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→  agosto 31, 1994


Che lo schieramento provvisoriamente chiamato partito democratico necessiti, per formarsi, di un leader, è cosa su cui si discute già da prima delle elezioni: Ciampi, Spaventa, D’ Antoni, Veltroni, ora Prodi. Altri si starebbero scaldando in panchina. Adesso, quello che sta diventando chiaro è che c’è bisogno non di uno ma di due leader: trovare un leader al partito conservatore è forse ancora più urgente, se vogliamo sperare che le attuali traversie del sistema politico italiano conoscano un esito verso un accettabile gioco democratico.

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→  agosto 3, 1994


La tentazione di considerare la vicenda del decreto sulla carcerazione preventiva come parte di un lucido disegno di puro potere è fortissima: Berlusconi, una volta conquistato il comando, sarebbe ora solo preoccupato di consolidarlo, regolando i conti con gli altri poteri erzi. Con l’informazione, sostituendo il vecchio Consiglio di amministrazione Rai e mettendo sotto tutela il nuovo, di cui ora potrà revocare il mandato a suo piacimento; con i servizi, cambiandone i vertici e mettendo a capo di quello che risponde a Maroni un generale dei Carabinieri, dipendente quindi gerarchicamente dal fido Previti; con Bankitalia, intervenendo nella nomina del direttore generale; ora con la magistratura. Berlusconi starebbe cioè mettendo le basi per la trasformazione in regime del mandato che ha ricevuto dagli elettori. A tanto determinato attivismo su informazione, servizi, banca centrale, giustizia, si contrappone il piccolo cabotaggio legislativo, nella totale assenza di prov-. edimenti di un qualche livello progettuale.

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→  giugno 22, 1994


E’ noto da tempo che le preferenze politiche non si dispongono lungo una linea, ma che occupano uno spazio che contiene anche altre direttrici: con qualche rozzezza semplificatoria possiamo immaginare un asse innovazione-conservazione in tradizionale destra-sinistra. La prima polarità è dotata oggi di un potenziale di attrazione assai maggiore dell’altra. Le forze progressiste apparivano ancora a dicembre ’93 posizionate sull’asse dell’innovazione: è successo che con la famosa ‘discesa in campo’ di Berlusconi, in pochi mesi il cosiddetto polo delle libertà è riuscito a occupare prepotentemente il quadrante dello spazio delle preferenze politiche. Questa, e non l’alleanza con Rifondazione, è la vera causa della sconfitta elettorale dei progressisti.

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