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→  ottobre 20, 2010


di Carlo Stagnaro

Tra beni immobiliari e società controllate, gran parte del patrimonio pubblico è di regioni e comuni. Tremonti li incalzi

Il programma con cui il Pdl ha vinto le elezioni prevede la “liberalizzazione dei servizi privati e pubblici” e la “liquidazione delle società pubbliche non essenziali”. Le due cose vanno assieme, o non vanno: la privatizzazione di un monopolio è il mero trasferimento di una rendita, la liberalizzazione in presenza di colossi pubblici è fatalmente monca. In più, la cessione di beni mobiliari e immobiliari può sia fornire risorse al governo, sia rivitalizzare il mercato. Ma quali sono gli asset alienabili?

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→  ottobre 18, 2010



Vendere, vendere, vendere. Ma vendere allegramente, orgogliosamente, per finanziare cultura, sapere, ricerca, crescita. Per ridurre il debito pubblico, che è largamente inferiore al valore del patrimonio immobiliare dello stato italiano. Vendere per allargare il settore privato e ridimensionare l’abnorme spazio del pubblico. Uno spazio che sa del secolo scorso e di quello che lo precede, un anacronismo, uno spreco inutile nella forma dell’immobilizzo. Vendere e liberalizzare, autorizzare, creare condizioni di business, far circolare i capitali privati (che sono ingenti e paralizzati dalla paura), agganciarli a una strategia della ripresa. Qualche caserma dismessa in meno, qualche grattacielo in più.

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→  ottobre 15, 2010


Lettera al Direttore.

Ho fatto un sogno: lo stop alla riforma dell’università non era per mancanza di soldi ma per eccesso di assunzioni; e le frequenze da cui Bersani vuol ricavare i mezzi per finanziarla non erano quelle del digitale ma delle presenze.

→  ottobre 6, 2010


di Giuliano Ferrara.

I consigli al governo in una ricerca di prossima pubblicazione del capo economista di Bankitalia: non solo modello tedesco

Una politica industriale serve, purché non ricalchi quella discrezionale e dirigista degli anni Settanta, e si ispiri al modello tedesco non solo nelle relazioni sindacali ma anche come proiezione del sistema paese. Sono le indicazioni contenute in un paper in corso di limatura scritto anche dal capo dell’area ricerca economica della Banca d’Italia, Salvatore Rossi.

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→  ottobre 5, 2010


Lettera al direttore

Versione da Franzen (a proposito di “sinistra carina”): “C’era sempre stato qualcosa di non completamente giusto nei Berglund” si dicevano i loro vicini. Sono “il tipo di quei super-colpevoli di sinistra che hanno bisogno di perdonare tutti in modo che possa essere perdonata la loro buona fortuna, quelli a cui manca il coraggio del loro privilegio”.

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→  ottobre 4, 2010


di Giuliano Ferrara

Ci sono cose insopportabili al gusto del mondo. Una di queste è la destra. La destra che parla a voce alta, che pretende di avere dei diritti, che strepita e gesticola e magari bestemmia, oppure che prega e assume pose devote. Bestemmia o preghiera, aggressività o vittimismo, non importa.
La destra è sempre repellente. Non corrisponde al canone del mainstream, dell’ideologia corrente. Una volta è troppo ignorante. Un’altra volta è sofisticata in modo luciferino, è cultura caduta dall’empireo delle buone intenzioni solidali, è esoterismo, elitismo. La destra non piace al punto che contro di lei è eccitante la bastonatura.

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