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→  gennaio 29, 2011


Strategia in tre mosse contro una proposta indecente.

1. Rifiutare paragoni impropri. La proposta deve essere isolata perché appaia in tutta la sua oscenità. Non ha nessuna parentela con sistemi fiscali, presenti in molti paesi, che tassano sia il reddito che il patrimonio. Non ha nulla a che vedere con la patrimoniale notturna di Amato del 1992, che, a parte la dimensione del prelievo, fu varata quando il rischio di bancarotta incombeva su Governo e istituzioni. E neppure con l’Eurotassa, di cui era stata promessa la restituzione: questa arrivò, ma in misura che, conteggiando interessi e svalutazione, non raggiunse il 50%, e quindi serve a dimostrare ancora un volta che non ci si deve fidare dei governi: mai e di nessuno.

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→  gennaio 19, 2011


Sette per cento: quando si scriverà la storia della vicenda del contratto di Mirafiori e delle polemiche che l’hanno accompagnato, bisognerà ricordare la vicenda di questo numeretto. Menzionato da Marchionne, se ben ricordo, qualche anno fa in una presentazione all’Unione Industriali di Torino (allora era Termini Imerese al centro delle polemiche), ripresa adesso (azzardo: per primo da Luciano Gallino?), rimbalzata in autorevoli commenti, é riaffiorata perfino nella straordinaria intervista che Sergio Marchionne ha rilasciato a Ezio Mauro. Se “il lavoro” conta così poco, sembra essere il ragionamento, perché accanirsi tanto a ridurlo? Se la minaccia è la concorrenza di paesi dove il lavoro costa meno, proprio lì bisogna colpire, a costo di ridurre i nostri operai nelle condizioni di quelli cinesi?

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→  dicembre 16, 2010


Lettera al direttore

Potrebbe darsi che un canadese esperto in certificazioni, messo a capo di un’azienda italiana pochi anni prima semifallita, e fortunosamente sottratta alle banche spedite a soccorrerla, riesca a rimettere in sesto un’azienda americana, fallita per il più grande disastro finanziario degli ultimi 80 anni; e che i sindacati americani che ora la controllano, gli stessi che anni fa misero in ginocchio le loro aziende attaccate dai giapponesi, salvino quel pò che resta della possibilità di fabbricare beni in Italia, inducendo ad abbattere il tabù del contratto nazionale inderogabile, attuando così la più importante riforma sotto un governo che, di quelle che aveva promesso, non è riuscito a portarne in porto quasi nessuna. E poi si dice il capitalismo: se solo lo si lasciasse fare.

→  dicembre 7, 2010


Al direttore.

Ho rivisto “L’inquilino del terzo piano” di Roman Polanski, proposto casualmente, senza che nessuna ragione conscia guidasse la scelta. Se può ossessionare l’idea di stare nella stessa casa in cui ha abitato un suicida – mi chiedo – che cosa può succedere quando quella casa è la tua e il suicida tuo padre? In generale, che cosa pensi, che cosa senti, quando più della paura di morire ti assale la paura di vivere, e da quella bocca spalancata esce l’urlo disperato che risuona per corridoi e scale? Che cosa succede nell’attimo – ma in un buco nero il tempo si può arrestare e la sofferenza diventare senza fine – quando sai che ti sfracellerai, o che ti mancherà l’aria ai polmoni o il sangue al cervello? Non è atto supremo e di umanità e di carità cercare di rendere meno atroce quella scelta?

→  novembre 18, 2010


Al direttore

Scrive Balzac, citato da Philippe Muray, recitato da Fabrice Luchini, recensito da Marina Valensise, visto da me domenica: “Celui qui moralise ne fait que montrer ses plaies sans pudeur”. Mi sa tanto che tornerà utile.

→  novembre 9, 2010


Lettera al direttore

Fini: Natale con i tuoi, Pasqua con chi puoi.