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Archivio per il Tag »Giornali«

→  marzo 29, 2022


Al direttore.
Anche se c’è sempre qualcuno che lo dice, è un nonsenso sostenere che in Italia – o negli Stati Uniti o in generale in occidente – non c’è libertà di parola. Chi dice il contrario confonde la libertà di parlare con la capacità di farsi ascoltare (o leggere): questa dipende dalla reputazione, quella guadagnata con la validità delle proprie idee e quella accordata da coloro che hanno il potere di farlo, i mezzi di comunicazione. Giornali, televisione, media digitali sono per la reputazione quello che le banche centrali sono per la moneta: hanno potere di crearla. Facendo circolare parole e idee, i media creano la reputazione degli autori, e si arricchiscono essi stessi del loro valore reputazionale. E’ una spirale: quanto più si accresce la reputazione del medium, e tanto maggiore è quella che può conferire. Non è l’oro nei forzieri, ma la reputazione che conferisce valore alla valuta. Anche le università conferiscono reputazione, di quell’oro sono i “forzieri”. Si è accumulata nei secoli proprio per la libertà di parola e di ricerca, che hanno garantito a pensatori e scienziati. La libertà è necessaria perché si attivi il meccanismo della peer review, uno dei pilastri della costituzione della conoscenza, cioè dell’epistemologia liberale.

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→  novembre 2, 2017


Nessuno potrà chiamarsi fuori dalla grande rivoluzione tecnologica che sta mettendo in crisi il sistema tradizionale. Ecco gli strumenti per gestirla al meglio. Un libro

All’inizio degli anni Trenta, più del 40 per cento dei trust industriali americani fondati tra il 1988 e il 1905 era fallito, e quelli sopravvissuti erano diventati molto più piccoli. Certo, anche in conseguenza della politica antitrust di Teddy Roosevelt, ma soprattutto a causa dello shock della seconda rivoluzione industriale: ad avere il sopravvento furono le aziende per cui i motori elettrici furono non solo i sostituti di quelli a vapore, ma l’occasione per riprogettare i processi produttivi.

E’ quello che sta succedendo oggi con la rivoluzione della ICT, Information Communication Technology, solo su scala immensamente maggiore: nessuna industria potrà chiamarsi fuori. Per non fare la fine di chi non usò l’elettrificazione per cambiare il modo di produrre, per “governare il nostro futuro digitale”, bisogna aver chiaro quali sono i driver dell’innovazione che mettono in crisi l’organizzazione tradizionale.

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→  novembre 22, 2006


di Gad Lerner

Nell’ establishment italiano funziona così. Di fronte a un libro imbarazzante che denuncia la presenza anomala di imprenditori e banchieri nella proprietà dei giornali, in particolare del Corriere, e forse addirittura una degenerazione spionistica della contesa in atto per il suo controllo, figuriamoci, tutti quanti plaudono al coraggio dell’ autore. Salvo poi precisare sottovoce: sia ben chiaro che non ci si può far nulla.

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→  novembre 16, 2006


di Massimo Mucchetti

La storia dei giornali s’intreccia da sempre con quella dei potentati dell’economia. Lo si è visto anche nella calda estate del 2005 con la scalata al “Corriere della Sera”. Ma proprio gli esiti di quel resistibile assalto e, poi, la crisi al vertice di Telecom Italia, il rastrellamento di azioni Fiat fatto dagli Agnelli e i contrasti tra Capitalia e Capitalia portano in superficie tutti i limiti della coalizione economico-finanziaria che sta a capo del primo gruppo editoriale italiano. E inducono Massimo Mucchetti – vicedirettore del “Corriere” spiato assieme all’amministratore delegato di Rcs fin dal 2004 – a chiedersi se e come possa cambiare il vecchio modello che assegna la proprietà del primo gruppo editoriale italiano a un “patto di sindacato” formato da banche e industriali, i cui interessi di fondo confliggono con quelli della libera informazione.

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→  marzo 27, 2002


Tra i compiti dei gruppi parlamentari non rientra certo quello di interventi disciplinari

Caro direttore,

tra i compiti dei gruppi parlamentari non rientra certo quello di “interventi disciplinari”. Tanto meno sull’Unità. Non non li ho quindi mai ipotizzati, come invece sembrerebbe dalla dichiarazione attribuitami nel box a pag. 4 del Corriere di ieri.

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