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Archivio per il Tag »frequenze«

→  marzo 20, 2012


dalla rubrica Peccati Capitali

Mettete una dozzina di persone intorno a un tavolo a parlare di Rai e subito salta su quello per cui «i partiti devono levare le mani da Viale Mazzini», quello che «solo un’azienda pubblica può fare Tv di qualità», quello che «prendiamo l’esempio dalla Bbc»: in ordine casuale.

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→  novembre 17, 2010


di Marco Mele

Tempi stretti per l’asta ma restano da liberare i canali occupati dalle tv locali

Le frequenze, all’improvviso. Lo Stato italiano, dopo aver lasciato per decenni l’etere televisivo – risorsa pubblica e scarsa – all’utilizzo dei privati, ora ne mette una parte in gara tra le compagnie telefoniche. Più che l’amor – per le tv, soprattutto in tempo di elezioni – potè il digiuno (di risorse). Tempi rapidi: secondo l’emendamento del Governo alla legge Finanziaria in discussione alla Camera, entro settembre 2011 gli introiti della gara dovranno entrare in bilancio.

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→  novembre 15, 2010


di Stefano Carli

Cellulari, aste delle frequenze. Ecco perchè quei 2,4 miliardi possono restare un miraggio.

Alla manovra di Giulio Tremonti potrebbero mancare all’appello ben più di 2 miliardi di euro perché nei quasi 6 che il ministro considera già in cassa ce ne sono 2,4 che vengono dati per certi come gettito dell’asta per dare alle telecom mobili le frequenze pregiate liberate dalle tv. E che invece certi non sono affatto. Per tutta una serie di ragioni che, assieme, ne renderanno l’incasso una vera corsa ad ostacoli. Il tema è spinoso (gli operatori mobili si tengono per ora abbottonatissimi, anche perché non si aspettavano di doverlo affrontare così presto) e ci sono molti modi per raccontarlo. Alcuni semplici. Altri molto meno. Iniziamo dai primi, che è come la vede Tremonti.

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→  ottobre 26, 2010


dalla redazione di Roma

Quanta fame “di banda” hanno gli operatori italiani? È la principale incognita dalla quale dipendono le sorti della nuova asta. Fare paragoni con la Germania, che ha incassato 4,2 miliardi, rischia di essere fuorviante. L’Italia ha quattro operatori di telefonia mobile puri, che utilizzano cioè un’infrastruttura proprietaria.

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→  ottobre 26, 2010


di Carmine Fotina

Per il dividendo digitale l’Italia pensa a un’asta sul modello tedesco. All’Authority per le comunicazioni stringono i tempi in vista della consultazione pubblica che dovrebbe essere pronta entro l’anno: si va verso una gara unica, con un pacchetto misto di frequenze destinato alla telefonia mobile (800, 1.800 e 2.500 megahertz) come già avvenuto in Germania.

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→  ottobre 23, 2010


di Giuliano Ferrara

I gruppi TLC le vogliono, le TV locali sono cintrarie a cederle ma Tremonti vuole racimolare soldi. Riuscirà?

Il governo cerca di incassare un paio di miliardi di utili per il decreto Milleproroghe o per un decreto pro sviluppo. Le tv, in particolare quelle locali, non vogliono cedere gratuitamente un bene che dicono di utilizzare ancora. E le compagnie di telefonia mobile reclamano maggiore spazio nell’etere per i nuovi servizi. Sulle frequenze televisive è in corso una partita, giocata finora a carte coperte, che intreccia politica, authority, società televisive e gruppi telefonici.

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