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→  giugno 12, 2013


di Francesco Giavazzi, Richard Portes, Beatrice Weder Di Mauro, Charles Wyplosz
Questa settimana a Karlsruhe la Corte costituzionale tedesca inizia a prendere in considerazione il caso sottopostole da un cittadino tedesco il quale chiede se il programma Omt (sostanzialmente lo scudo anti-spread) annunciato lo scorso settembre dalla Banca centrale europea sia compatibile con i trattati europei. La Corte dovrà decidere se la Bce abbia oltrepassato i limiti del suo mandato e imponga rischi eccessivi ai contribuenti tedeschi. La Corte farebbe bene ad accantonare il caso, se non vuole mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’Eurozona e divenire essa, non la Bce, una minaccia per i contribuenti tedeschi e non solo. Ci limitiamo qui a considerazioni economiche, in quanto la Corte stessa ha invitato alcuni economisti a esporre il loro punto di vista nel dibattimento.

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→  dicembre 22, 2012


By Francesco Giavazzi and Franco Debenedetti

A highly indebted country such as Italy depends on its reputation. Lose it and you fall into a “bad equilibrium,” in which high interest rates make the debt unsustainable and default becomes a self-fulfilling prophecy. This is what happened to Italy in the summer of 2011, when then Prime Minister Silvio Berlusconi and his ministers lost what remained of their reputations and the cost of Italian debt soared, putting at risk both the future of Italy’s economy and of the euro. The only way out was for Italy to appoint a prime minister who enjoyed a strong reputation in the eyes of the world and would therefore be able to repair Italy’s.

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→  maggio 3, 2012


di Francesco Giavazzi e Alberto Alesina

La difficile riduzione delle spese

La spending review , e cioè l’analisi e revisione della spesa pubblica, ha partorito un timido topolino, un risultato quasi imbarazzante per il governo.

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→  marzo 19, 2012


Intervista di Roberto Bagnoli

«Nella ricerca del consenso ci si impantana»

E’ d’accordo con l’economista Francesco Giavazzi nel giudicare troppo lenta l’attuale azione di governo rispetto al blitz sulle pensioni e si schiera con gli imprenditori nel timore che la riforma del lavoro finisca con un compromesso al ribasso. Senza tralasciare una punzecchiatura al premier quando osserva che nella polemica dell’altro giorno «a volte l’ironia scivolava nel sarcasmo e la precisione nel puntiglio». Franco Debenedetti, per tre legislature senatore scomodo della sinistra (Pds e Ds), presentò in Senato nel 1997 la prima proposta di riforma dell’art. 18, pubblicò «Non basta dire no» contro la Cgil di Sergio Cofferati. Adesso teme che l’iniziale piglio riformatore del governo Monti si incagli nell’esasperata ricerca di «muoversi nel consenso».

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→  ottobre 26, 2011


di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi

Una svolta per la crescita

In extremis il premier annuncia un intervento sulle pensioni. Ma le ipotesi valutate finora per far riprendere la crescita sono pannicelli tiepidi per un malato che rischia l’arresto cardiaco. I provvedimenti fiscali di mezza estate ridurranno il deficit di un ammontare pari a sei punti di prodotto interno lordo (pil) sull’arco di un triennio, intervenendo quasi esclusivamente con maggiori imposte.

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→  settembre 19, 2011


di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi

Se consideriamo i conti pubblici al netto degli interessi sul debito – il miglior indicatore della politica fiscale di un Paese – nel 2012 la Francia avrà un disavanzo pari al 2,4% del Prodotto interno lordo, l’Italia un avanzo del 2%. L’avanzo italiano sarebbe addirittura superiore a quello tedesco, stimato all’1,4%. Perché allora, se i nostri conti pubblici stanno tanto meglio di quelli francesi, Moody’s sta considerando di declassare l’Italia e non la Francia? E perché i mercati sono tanto preoccupati per il nostro Paese?

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