→ luglio 7, 2017

Due secoli fa Sismonde de Sismondi parlava del timore che “le roi d’Angleterre, en tournant constamment une manivelle, fasse produire par des automates tout l’ouvrage d’Angleterre”. Meno di cent’anni dopo fu il timore che i telai meccanici rendessero disoccupati i tessitori; poi che i trattori facessero lo stesso con i contadini; cinquant’anni fa, che il bancomat decimasse gli impiegati di banca allo sportello. Se l’aumento della produttività sia un pericolo per l’occupazione è questione ancora dibattuta tra gli economisti. Altre potrebbero esserne le conseguenze, l’aumento del terziario, la divaricazione tra le dotazioni personali di competenze. Altre le cause: ad esempio se Trump applicasse un aumento del 10% delle tariffe doganali, le aziende americane reagirebbero installando più robot; li comprerebbero in Germania e in Giappone, aumenterebbe il deficit commerciale degli USA che i dazi avrebbero dovuto ridurre.
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→ giugno 23, 2017

La querelle per la banda larga in aree a “fallimento di mercato” rivela un tic ostile alla concorrenza.
Al direttore.
Sunt nomina consequentia rerum. Davvero “i nomi sono conseguenti alle cose”? E se invece fosse vero il contrario, cioè che le res dipendono dai nomina? Ovvero che valga anche per i fatti quel che comunemente si dice delle persone, che nomen omen?
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→ giugno 20, 2017

Il Ministro De Vincenti minaccia di chiedere i danni a TIM. Il sottosegretario Giacomelli preannuncia l’intervento del Governo per evitare il danno pubblico che l’azienda provocherebbe investendo in banda ultra larga nelle aree svantaggiate (tecnicamente, zone bianche) per le quali il governo ha stanziato risorse da assegnare con gara. Nella storia della telefonia italliana si sta per scrivere un nuovo capitolo.
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→ giugno 14, 2017

di Franco Debenedetti e Nicola Rossi
Un sentiero stretto ma molto, molto virtuoso”: si parla di finanza pubblica, e a leggerlo sul Foglio del 30 maggio c’è da trasecolare. E invece è quello che “dimostra” il professor Marco Fortis: basta sommare crescita e avanzo primario, e noi tra le grandi economie siamo secondi solo alla Germania. Se cresciamo meno è solo perché facciamo meno spesa pubblica, non avessimo quel debito potremmo spendere quanto spende la Germania e cresceremmo come lei. Miracoli della germanofobia!
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→ giugno 1, 2017

Ogni anno, allo stesso giorno (se non è festivo), alla stessa ora, nello stesso salone di Palazzo Koch, davanti allo stesso parterre di autorità e di personalità: la Relazione annuale in cui il Governatore di Banca d’Italia rende le sue Considerazioni finali sono un rito della Repubblica. Ma quella di quest’anno verrà ricordata per alcune singolarità. La legge sul risparmio del 2005 definisce la durata in carica, che prima era vita, in 6 anni, rinnovabili una volta sola. Il mandato di Mario Draghi terminò anzitempo per la nomina alla Bce. Il primo mandato di Ignazio Visco scade a novembre. Il rito prevede che, terminata la cerimonia, i convenuti si intrattengano a scambiarsi commenti, su contenuti della relazione, su tono della voce, perfino su singole parole (memorabile la “parresia” di Antonio Fazio), Quest’anno invece le “Considerazioni” che tenevano banco finivano tutte su una domanda: sarà lui o un altro a officiare la prossima cerimonia? E questo è la prima volta che accade.
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→ maggio 27, 2017

«Noi, una rete globale». Virgolettato nel titolo, è questo l’obiettivo delle Ferrovie dello Stato: lo delinea, in un’ampia intervista su Affari & Finanza del 22 maggio, l’amministratore delegato Renato Mazzonicini. Questo il catalogo delle maglie che la compongono: rete fissa, segnalamento ferroviario compreso; traffico passeggeri – Frecce, lunga percorrenza, intercity, regionale; traffico merci; grandi stazioni; collegamenti con autobus; trasporto pubblico metropolitano, compresi 234 chilometri di metropolitane; manutenzione e costruzione di strade statali; ruolo di sistemista (o di main contractor) di tratte ad alta velocità; generazione fotovoltaica e stoccaggio di energia elettrica. Il tutto in Italia e in giro per il mondo.
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