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Archivio per il Tag »carlo rovelli«

→  gennaio 12, 2023

Questo che segue non è un documento mio, ma quello che avrei voluto scrivere. “Quel Grido da Verona” di Carlo Rovelli sul Corriere dell’8 Gennaio mi aveva profondamente infastidito. Ma quello che mi ha davvero indignato è che la pagina dei commenti del giornale della borghesia italiana, su cui siamo soliti leggere i profondi ragionamenti e le sagge riflessioni di Angelo Panebianco, di Sabino Cassese, di Mario Monti, più recentemente di Alberto Mingardi venissero lordate da una, non breve, “lezione” di sedicente pacifismo. Ricevo oggi una replica di Giovanni Cominelli che mi sembra faccia ragione delle intollerabili falsità e distorsioni del brano del noto fisico. Lo pubblico qui, sicuro che incontrerà consensi.

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→  settembre 9, 2022


Al Direttore.

“Esiste un filo tra lettori ed elettori?” si domanda il direttore. In realtà tra le copie vendute dai libri dei politici e i voti raggiunti nelle passate elezioni sembra non esserci relazione; ma “frugando in modo malandrino” nei database dei numeri “si scopre qualcosa di interessante sulla loro capacità di appassionare, di coinvolgere, di incuriosire e di intrigare”. La domanda di Cerasa può estendersi: tra intellettuali che scrivono ed elettori che leggono, che filo esiste?

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→  novembre 24, 2020


La capitalizzazione delle 66 maggiori banche europee è diminuita di 250 miliardi di euro, circa il 25 per cento. Perché le azioni dei governi dovrebbero seguire il modello Amazon

Per liberare Dehli dai cobra che la infestavano, gli inglesi offrirono un premio per ogni carcassa di quel rettile; naturalmente gli indiani si misero ad allevare cobra, e quando il governo, accortosene, abolì il premio, gli indiani se ne liberarono: il risultato fu di avere di molto aumentato il numero dei rettili in circolazione. Il famoso caso è richiamato da Simon Samuels su Financial Times del 17 Novembre a proposito del divieto imposto alle banche di distribuire i circa 60 miliardi di euro di dividendi previsti per il 2020, per rendere i loro bilanci più pronti a sopportare i danni economici del Covid-19. Con la conseguenza che la capitalizzazione delle 66 maggiori banche europee diminuisse di 250 miliardi di euro, circa il 25%: logico, prendere un dividendo è la principale ragione per cui i risparmiatori comprano azioni di banche. Ma le banche hanno bisogno di capitale per fare prestiti, e la caduta del loro valore in borsa gli rende più difficile trovarne altro sul mercato. Risultato: diminuiscono i crediti proprio quando sarebbero più necessari. Non basterà eliminare il divieto, l’effetto perdurerà per anni: i risparmiatori hanno buona memoria.

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