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→  settembre 16, 2012


La Corte di Karlsruhe ripropone la priorità del diritto nei Paesi Ue.

Un segnale forte, così Angela Merkel ha qualificato il verdetto di Karlsruhe. E’ l’omaggio riconoscente alla Corte per lo scampato pericolo? E’ un apprezzamento per tener buoni quanti, all’interno della maggioranza, la accusano di lassismo? O è un commento equilibrato, che solo a confronto con gli entusiasmi con cui il verdetto è stato da noi accolto appare degno di nota?

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→  luglio 29, 2012


Thilo Sarrazin
L’Europa non ha bisogno dell’euro.
Come un’illusione politica ci ha portato alla crisi.

DVA Verlag
Pagg 462

Europa braucht den Euro nicht.
Wie uns politisches Wunschdenken in die Krise gefuehrt hat

DVA Verlag
Pagg 462


Un milione e mezzo di copie, uno dei 10 libri più venduti in Germania nell’ultimo mezzo secolo. Ha avuto travolgente successo e critiche feroci Deutschland schafft sich ab (che potrebbe tradursi con La Germania si sta eliminando) il precedente libro di Thilo Sarrazin: la denuncia della perdita di identità di una Germania sempre più vecchia per la riduzione delle nascite, più piccola per l’immigrazione musulmana, più piatta per la dipendenza da sovvenzioni statali, gli è valsa la richiesta, poi rientrata, di espulsione dal partito socialdemocratico.

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→  giugno 27, 2012


Mettere il debito in comune non risolve i difetti della moneta unica.

Caro Direttore, si chiederà perché, invece di inviarle un articolo da collaboratore del giornale quale sono da 20 anni, le chiedo ospitalità con una lettera da “esterno”. “Salviamo l’euro” è da settimane in cima alle preoccupazioni del giornale e, letteralmente, in testa alle pagine: preoccupazione legittima, che gode di largo e autorevole consenso, e che rispetto. Ma ci sono pure, in Italia e fuori, correnti di pensiero, anch’esse convintamente europeiste, per cui la priorità è diversa: “Salvare l’Europa”. Mi piacerebbe che esse come tali venissero riconosciute e avessero il rilievo che meritano sul “nostro” giornale.

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→  novembre 26, 2011


Carlo Azeglio Ciampi era esplicito nello spiegare il meccanismo: se abbassiamo il deficit al tre virgola zero per cento, ripeteva, entriamo nell’euro, gli interessi sul debito si riducono al livello di quelli tedeschi. L’eurotassa è un prestito, ci fa incassare il “premio di credibilità”, e si ripaga con ciò che si risparmia di interessi: un pasto gratis (non proprio: la tassa venne restituita solo al 60%). Nessuno spiegò che se non volevamo esportare di meno e farci finanziare il debito dall’estero, era necessario che anche la nostra produttività crescesse come quella tedesca: e che questo non veniva gratis. Alla stessa maniera nessuno spiegò ai tedeschi, che un’unione monetaria comporta di trasferire costi economici e politici dagli Stati “dissoluti” a quelli “virtuosi”. Questo non detto è il deficit democratico alla base della costruzione dell’euro.

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→  agosto 7, 2011


Quanto della crisi che stiamo attraversando è dovuta a fattori esterni e quanto a fattori nazionali? Capirlo è importante per interpretare gli avvenimenti politici degli ultimi giorni, e per orientarsi su quelli futuri.

Obama, Merkel, Eurogruppo, Berlusconi, il problema è generale: debolezza della politica in tutti i Paesi, incapacità di tutti di individuare ricette, fuga dal rischio e quindi crisi del debito in tutti i mercati.

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→  maggio 21, 2010


Senza alcuna efficacia il divieto di vendite allo scoperto di Cds

Esortazioni a vietare le vendite allo scoperto, a mettere fuori legge i Cds, le assicurazioni contro il rischio d’insolvenza, si sono sentite più volte da quando è scoppiata la grande crisi finanziaria. Ad esse si è replicato dimostrando con analisi teoriche e prove empiriche che, poiché si tratta di pratiche utili al mercato e ai risparmiatori, vietarle porta più danni che vantaggi.

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