Queste Poste sono un pacco (inevaso)

marzo 31, 2010


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair

vanityfair_logo_red
da Peccati Capitali

Sarà capitato anche a voi, che le Poste vi dicano che non c’era nessuno in casa e il pacco non ve l’hanno potuto consegnare. Solo che a me non è giunto neppure il bigliettino giallo, mentre imposte multe e pubblicità mi arrivano con inesorabile puntualità. Solo che a me, sotto Natale, era capitato tre volte. Solo che a me, rintracciato il pacco giacente, ricevuta assicurazione che avrebbero consegnato in 48 ore, quando di ore ne erano passate 72, rispondono che l’avevano rispedito al mittente. Solo che io allora scrivo.

Solo che un mese dopo mi chiamano al cellulare, e da un numero non identificato tal Doriana mi dice che devo rifarla, la mia lettera, perché le Poste le accettano solo se hanno una protesta per volta (un trucco per aumentare il fatturato?), e che non può chiedermelo per iscritto (che neppure le Poste si fidino del servizio?) Solo che lo stesso giorno, un titolo del Sole24Ore attira la mia attenzione: “innovazione continua per Poste Italiane”. Che abbiano ripreso a consegnare i pacchi, mi chiedo? Invece Massimo Sarmi, presidente delle Poste, vanta la raccolta bancaria, le assicurazioni, scruta gli orizzonti telematici, risponde con sufficienza all’intervistatrice che gli chiede se “insomma le lettere, i postini le vecchie Poste sono destinate a sparire”.

Al che gli zebedei, che già turbinavano, sono andati fuori giri. Che la proprietà pubblica, finalmente scacciata da banche e assicurazioni, adesso ci rientri grazie ai “meriti” guadagnati con il monopolio postale, è davvero un insopportabile peccato capitale.

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: