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→  novembre 13, 1997


Quali conseguenze politiche di lungo respiro avra’ l’ingresso di Antonio Di Pietro in Parlamento lo diranno i fatti. Ma se c’e’ un rischio immediatamente concreto e’ che il riequilibrio moderato dell’Ulivo porti un segno di assoluta indifferenza ai temi dell’economia e dell’impresa, del mercato e della concorrenza.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  novembre 8, 1997


Per mesi i lavori della Bicamerale so­no stati bloccati dallo scontro sulla giustizia. La battaglia per la legalità annega il paese in un torrente di polemiche che non trova soluzione né a Milano né a Ro­ma, né a Palermo. E’ la croce dolorosa del­l’irrisolta transizione italiana.

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Pubblicato In: Giornali, Il Messaggero
→  novembre 5, 1997


Il nervosismo dei mercati finanziari, con le sue reazioni a catena dall’Asia a Wall Street passando per l’Europa, ha occupato in questi giorni titoli e pagine di giornali, facendo passare in secondo piano le riforme fiscali di Visco, che stanno proseguendo il proprio iter in Parlamento. Così è la natura umana: colpita dalle clamorose discontinuità, non coglie i mutamenti lenti. Parliamo, come si sara’ capito, del costante aumento della pressione fiscale.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  ottobre 29, 1997


France Telecom si unirà ­pare — a Deutsche Te­lekom nella joint venture con Enel: si realizzerà dunque quel blocco tra monopolisti euro­pei che Rifondazione aveva richie­sto per Telecom al posto della partnership con gli americani di AT&T. Diventa così ancor meno credibile l’impegno di Enel di uscire a breve dal settore dei tele­foni. C’è di più: l’analisi delle ragioni addotte per giustificare il progetto mette in luce una visione a ben vedere inconciliabile con i principi del liberismo e dell’economia di mercato.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  ottobre 25, 1997


Per non aprire la crisi, Bertinotti aveva anche avanzato la richiesta di rin­viare sine die la privatizzazione di Eni; an­cora per il 51% in mano pubblica, e di Enel, totalmente dello Stato. Nei commen­ti, questa richiesta passò in secondo piano rispetto a quella più “scandalosa” della ri­duzione di orario a parità di salario. Poi c’è stato il successo dell’offerta pubblica per Telecom, la maggiore in Europa fino a que­sto momento. Come dire che, quanto a pri­vatizzazioni, ci si debba per il momento ac­contentare. Non è così: rinviare la vendita di Eni ed Enel sarebbe un fatto grave, per tre ordini di motivi che riguardano rispetti­vamente i consumatori, la nostra econo­mia, il Governo stesso.

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Pubblicato In: Giornali, Il Messaggero
→  ottobre 17, 1997


La ricomposizione della crisi è un fatto positivo: ma il prezzo pagato è chiaro ed è duplice. Sul piano de­gli equilibri politici, ha sicuramente ragione Prodi a sostenere che «il governo è lo stesso e non ha cambiato natura»; tuttavia osservatori interni ed internazionali dei più diversi orientamenti hanno concordemente rilevato che a mutare segno è stata la coalizione, accentuando an­cor più il peso della componente di sinistra. Sul piano dei contenuti stanno l’accettazione, sia pure rinviata nel tempo e rimandata alla contrattazione tra parti sociali, del principio della riduzione dell’orario a parità di salario, e la rinuncia a incidere sul nodo previdenziale. Quanto agli altri due punti – il rinvio sine die delle privatizzazioni di Enel ed Eni, e la nuova missione per l’Iri – è un mistero se il governo si riterrà vincolato alle promesse fatte da Prodi o se si avvarrà del silenzio osservato a crisi risolta.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa