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→  febbraio 25, 2000


Coglie il cuore del problema il Presidente del Consiglio quando, nel suo scritto pubblicato dal Sole 24 Ore il 20 Febbraio, individua nella complessità e nella incisività i due parametri in base ai quali valutare il disegno di riassetto del settore del gas.
C’è una complessità oggettiva, la difficoltà di liberalizzare un sistema a rete; e c’è una complessità soggettiva, la resistenza del monopolista ad accettare la concorrenza.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  febbraio 24, 2000


Al Direttore.

Giovanni Sartori (Corriere della Sera del 2 febbraio) ripropone di scioglie­re il conflitto di interesse con questo sillogismo. 1. La lottizzazione della Rai è più efficace quan­do ad attuarla è una coalizione poco conflit­tuale al suo interno. 2. Quindi se Berlusconi vince le elezioni, il Polo controllerà il cento per cento del sistema televisivo, mentre la sinistra o scende a zero o risale al massimo al cinquan­ta per cento. 3. Per evitare ciò si deve applicare a Berlusconi la legge del 1957 sulla incompatibilità parlamentare per chi è titolare di conces­sioni statali.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  febbraio 19, 2000


“Gli interessi degli azionisti a cui il governo ha venduto titoli Eni e gli inte­ressi più generali che si tutelano con la liberalizzazione sono inconciliabili”. Così l’Eni per bocca del suo presidente commenta il decreto legislati­vo Letta sulla liberalizzazione del gas. Dato – e assolutamente non concesso, come ho avuto mo­do di argomentare – che ciò sia vero, si aprono due prospettive. Primo: le società pubbliche di­ventano, all’atto della privatizzazione, esse stes­se portatrici di un interesse di ordine superiore, che prevale su quello generale, a perseguire il quale erano state concepite; sono dunque una fi­gura giuridica nuova Oppure: la rappresentan­za di interessi superiori a quelli generali viene at­tribuita a tutte le società per azioni, In tal caso, posto che nella stragrande maggioranza delle so­cietà per azioni non vale il voto capitario, e stan­te la struttura proprietaria delle nostre maggio­ri società, l’interesse generale si identifica con quello delle grandi famiglie.


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  febbraio 17, 2000


In Europa sono diventato liberale. « Quando a ventitré anni scappai dal Cile di Pinochet, ero socialista in po­litica e marxista in economia. Oggi, da li­berale, dico che senza rispetto dei diritti civili e politici non c’è libertà. Ma per ga­rantire lo sviluppo e la libertà ci vuole il mercato. E perché il mercato funzioni bi­sogna portarlo a chi ancora non ce l’ha. Per questo serve un mondo economicamente più integrato e aperto. E per questo com­batto i catastrofisti che nella globalizza­zione vedono una doppia tragedia: la fine del lavoro nei paesi avanzati e lo sfrutta­mento dei paesi poveri». Mauricio Rojas condensa in questo suo biglietto da visita il senso della sua ultima fatica, quel volu­me Perché bisogna essere ottimisti sul fu­turo del lavoro (pubblicato da Carocci edi­tore) che non solo confuta, dati alla mano, le obiezioni di famosi critici della globa­lizzazione come Jeremy Rifkin e Vivianne Forrester, ma che oggi costituisce un ma­nuale per uscire dalle secche in cui si è cacciata la Wto dopo Seattle.

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Pubblicato In: Giornali, Panorama
→  febbraio 15, 2000


“Dobbiamo navigare tra Scilla e Cariddi, creare competizione sul mercato del gas, ma senza danneggiare l’ENI; l’Italia aprirà il suo mercato interno se ci verranno garantite condizioni di reciprocità dai nostri partner europei.”
Questo il concetto espresso dal Ministro dell’Industria in Senato. E mentre ascoltavo le sue parole pensavo – spero che Enrico Letta non mi giudichi irrispettoso – ai taxi di Roma. Perché è chiaro che il cittadino si avvantaggerebbe se il comune liberalizzasse concessioni orari e tariffe: ma i taxi a Roma sono 6000, controllano probabilmente 20.000 voti, quale politico può permettersi di ignorarli?

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  febbraio 10, 2000


La televisione sposta il voto del 7-8% degli elettori, scrive Renato Mannheimer (Politica e TV, Corriere della Sera di lunedì); la notizia viene ripresa dal Giornale (L’Esperto: “Grazie alla RAI la sinistra aumenta i voti”, martedì 8 Febbraio); chissà quante volte la sentiremo citare, incominciando dal prossimo dibattito in Senato sulla par condicio. Avallata da un parere così autorevole, a forza di essere ripresa e ripetuta, rischia di diventare un “fatto”: come le cento parole che avrebbero gli esquimesi per indicare la neve.

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Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali