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→  agosto 21, 2020


Intervista di Gianluca Zapponini a Franco Debenedetti

Impossibile per l’ex Telecom rinunciare ad un asset che è insieme core business e garanzia del debito. Se l’esecutivo vuole la società unica faccia entrare Open Fiber in Fibercop ma accettando che la maggioranza resti a Tim, altrimenti lasci competere le due aziende in regime di libero mercato. Qualunque altra strada sarebbe un pessimo segnale all’estero

Che la questione della rete unica fosse complicata era chiaro da tempo. E che le vedute sull’operazione industriale che dovrebbe portare il Paese a dotarsi di una unica realtà infrastrutturale per la banda larga fossero profondamente diverse e varie, anche. Ma oggi lo si è capito una volta di più. Il cammino verso la rete unica è tutto in salita e non tanto perché non si voglia raggiungere il traguardo, sia Tim sia Open Fiber, la fiber company di Stato, sono concordi nella necessità di una società per la rete. Il vero ostacolo è la governance, il comando della futura società. E su questo terreno le differenze tra l’ex monopolista, oggi società privata e buona parte del governo, si confermano abissali.

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Pubblicato In: Giornali, Varie
→  agosto 20, 2020


La marcia dei 40 mila e il referendum. In due occasioni cercò di rendere l’Italia un paese più europeo

Vedevo Romiti una volta al mese per portargli i conti, quando capitava per una proposta o per un problema, a volte, per guadagnare tempo anche in macchina alla fine della giornata. In Fiat era in corso la razionalizzazione in sette settori autonomi della conglomerata che l’azienda era diventata, un po’ per l’eredità dell’autarchica “Fiat, Terra Mare Cielo”, un po’ quando si trattava di sostenere la motorizzazione post bellica degli italiani. Uscito mio fratello dopo i famosi 100 giorni, Umberto Agnelli mi aveva messo a dirigere il settore “Componenti”, una ventina di aziende, dall’Olio Fiat alla Magneti Marelli. Verso Cesare Romiti ho un debito di riconoscenza: se fu il periodo più di soddisfazione della mia vita lavorativa, è anche per merito suo. Non solo per la sua rapidità e acume nel leggere i numeri, nel capire le situazioni: ma anche perché aveva una caratteristica che raramente ho trovato in altri (e che con alterni successi provato a imitare): ti faceva sentire come se quello che gli stavi dicendo fosse per lui la cosa più importante al mondo. Fu per un disaccordo con lui su una questione di principio che lasciai la Fiat. Fu per me un momento di grande emozione: “Signora – chiamò – porti un bicchier d’acqua all’ingegnere”.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  agosto 15, 2020


Campagna per il no! al referendum costituzionale del 20-21 settembre 2020.

“C’è chi dice no! al taglio della democrazia” – Apertura della campagna del Partito Radicale contro il taglio dei parlamentari”.


Pubblicato In: Audio/Video
→  agosto 14, 2020


Il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, Corriere della Sera del 9 agosto, torna sul suo tema preferito: rete telefonica unica e pubblica. Il 13 twitta un ringraziamento a Beppe Grillo che questa preferenza aveva da tempo espresso ed ora riconferma. Ci si chiede: unica perché pubblica o pubblica perché unica? La vogliono pubblica e per questo sarà unica, o unica perché così sarà anche pubblica?

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  agosto 12, 2020


Richiedendo al cda di Tim di sospendere, in attesa di istruzioni, l’accordo con Kkr mentre lo stava approvando, il governo avanza una sorta di «ius primae noctis» societario. Che la lettera avesse le firme di Gualtieri e di Patuanelli rimanda a una questione politica: le troppe volte che il Pd cede al rosario delle questioni identitarie del M5S. Identitarie, per il Pd, sono state le riforme di Amato, Ciampi e Prodi, e tutto quello che si è fatto e cercato di fare per avvicinare il Paese all’Europa: e che oggi viene un pezzo per volta smantellato. E anche per questo che il Pd corre il rischio di perdere il Nord.


Pubblicato In: Giornali, Varie
→  agosto 6, 2020


È appena uscito in libreria “Contro il sovranismo economico” di Alberto Saravalle e Carlo Saravalle che ci sarebbe da aggiungere un nuovo capitolo: infatti da ieri siamo entrati nel feudalesimo economico. Con i tribunali del popolo presieduti da Danilo Toninelli e il seguito della vicenda autostrade, era stato chiaro a tutti che il sovrano dispone degli asset di una società privata come meglio crede, se del caso espropriando, designando il nuovo proprietario (pubblico), riservandosi il diritto di approvare i soci che questi sceglierà. Ieri, con la lettera a firma dei Ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli in cui si chiede a TIM di sospendere la firma dell’accordo con il fondo USA KKR, si segnala che il vassallo deve non solo rispettare la volontà del feudatario, ma attendere finchè questi abbia avuto il tempo per formare la sua volontà: una sorta di jus primae noctis societario.

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Pubblicato In: Giornali, Huffington Post