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→  aprile 22, 2005

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CONSIGLI. ASSET ELETTORALI

«Se perde lui», aveva detto l’avvocato Agnelli commentando la discesa in campo del Cavaliere «perde lui solo; se vince lui, vinciamo tutti». Penso che una versione aggiornata di quella battuta frulli di questi giorni per il capo a Follini (e a Fini): «Se vince lui, vince lui solo; facciamo in modo che, se perde, non si perda tutti». Puntare sulla vittoria della Casa delle libertà alle prossime elezioni è azzardato per chiunque: per Follini (e Fini ) è anche rischioso.

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Pubblicato In: Giornali, Il Riformista
→  aprile 21, 2005

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In Senato

«Il Senato rappresenta anche quegli italiani che non riconoscono come propria guida spirituale il pontefice della Chiesa e a maggior ragione quelli che non ritengono di dover derivare da essa la definizione della propria identità». Franco Debenedetti, senatore diessino, ricorda al presidente Marcello Pera che nell´aula di Palazzo Madama e nel paese non tutti si riconoscono nel magistero della Chiesta cattolica.

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Pubblicato In: Giornali, La Repubblica
→  aprile 20, 2005

Dopo avere espresso, in apertura di seduta “a nome dell’intero Senato” gli auguri al nuovo Pontefice Benedetto XVI, il Presidente Pera ha aggiunto “il suo pontificato sarà importante per tutti noi che abbiamo bisogno di una guida morale, spirituale, e di una nostra identità.”

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Pubblicato In: Varie
→  aprile 18, 2005

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La vendita di Mediaset – Intervista a Franco Debenedetti

Dice Marina Berlusconi: la sinistra è stata spiazzata dal fatto che abbiamo venduto il 16,68% di Mediaset; ha paura di trovarsi in mano, spuntata, l’arma del conflitto d’interessi che ha usato in modo ossessivo in questi anni. Vero?
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Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali
→  aprile 6, 2005


Intervista a CaffèEuropa

“Esiste un vecchio proverbio ebreo: quello che non costa niente, non vale niente. Perché non dovrebbe andar bene per i programmi televisivi?”.
“Chi l’ha detto che un programma tv deve essere pagato da tutti, anche da chi non lo vede o non gli piace?”.
“Perché mai il servizio pubblico deve necessariamente essere erogato dallo Stato e non da un privato?”.

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Pubblicato In: Varie
→  marzo 31, 2005


La maggiore flessibilità ha dei prezzi: senza rigore si rischia di affondare

“Nella riforma del patto sono usciti i ragionieri ed é entrata la politica”: nel paragonare la politica alla finanza creativa, il commento di Geronimo sul Giornale é esatto aldilà delle intenzioni dell’autore. Perché ad entrare non sarà la politica di finanziare riforme che riducano il deficit del sistema pensionistico pubblico, né di ridurre le tasse in modo tale da rilanciare l’economia, né di investire per avvicinare gli obbiettivi di Lisbona. Entrerà invece la “politica” di giustificare aumenti eccessivi agli statali o il salvataggio di Alitalia, insomma l’incapacità di controllare la spesa pubblica.

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Pubblicato In: Giornali, Panorama